Con 19 voti a favore, due voti
contrari e 14 astensioni il Consiglio Valle ha approvato una
proposta di atto amministrativo che contiene la
razionalizzazione periodica al 31 dicembre 2023 delle
partecipazioni pubbliche. L'atto "dispone il loro mantenimento,
senza interventi di razionalizzazione".
"Si tratta di una fotografia complessiva delle società
partecipate - ha spiegato il presidente della Regione, Renzo
Testolin - partendo dall'analisi dell'assetto organizzativo. Per
quanto riguarda le situazioni più particolari e maggiormente
analizzate è stata data specifica attenzione dalla Regione a non
imporre azioni di razionalizzazione nei confronti del gruppo Cva
in quanto società quotata ai sensi del Tusp, alla scelta del
mantenimento della partecipazione di Iseco e di non operare una
fusione tra VdA Structure e Autoporto spa. Sugli impianti a
fune, si dà atto del nuovo studio richiesto da Finaosta per
migliorarne la definizione della questione. Inoltre, sono
individuati per il 2025-2027 gli obiettivi specifici sul
complesso delle spese di funzionamento, ivi comprese quelle del
personale".
Stefano Aggravi (Rassemblement valdotain) ha osservato: "Al 31
dicembre 2023 la Cva ha 154 società ed è in continua evoluzione
per quanto riguarda i processi di razionalizzazione interna che
si evolveranno ulteriormente con lo sviluppo di Cva Eos. Per
comprendere meglio il quadro sarebbe stato opportuno
rappresentare la galassia Cva per livelli partecipativi anche
nelle parti di dettaglio, che definiscono i gradi di comando e
di responsabilità, anziché raggrupparle tutte insieme. Ribadiamo
dunque, a nostro avviso, l'importanza per alcune partecipate di
dotarsi di istituti di autodisciplina per favorire il maggior
grado di trasparenza e informazioni verso l'azionista e i
terzi". Pierluigi Marquis (Forza Italia) ha condiviso "le
preoccupazioni su questo documento, in quanto c'è stato un
grande proliferare di partecipazioni indirette di cui si conosce
ben poco in quest'Aula e che appartengono alla sfera di Cva. Per
noi, la strada maestra è che questa Società possa operare sul
mercato per poter continuare il suo processo di valorizzazione e
di crescita. Simone Perron (Lega Vda) ha aggiunto: "Direzione e
controllo di Cva è previsto che non ci siano da parte della
Regione e di Finaosta, nonostante una parte politica di
opposizione continui a sostenere che dovrebbe essere realizzata.
Ci chiediamo, invece, quale sia la posizione politica della
maggioranza. Forse qualcuno vorrebbe un maggior controllo della
società? La questione è stata più volte oggetto di discussione e
di confronto. Come gruppo Lega non possiamo che rivendicare una
gestione imprenditoriale di questo genere di società finalizzata
alla produzione di utili che rientrano in Valle d'Aosta sotto
forma di gettito fiscale e creano ricchezza per tutto il
territorio. Non siamo interessati a modelli sovietici di
gestione delle partecipate".
Secondo Chiara Minelli (Pcp) "l'atto non è un'azione di governo:
non opera delle razionalizzazioni ma si limita a una
ricognizione delle società partecipate. Mentre le società a
partecipazione diretta sono rimaste sostanzialmente le stesse,
nel 2023 assistiamo a un'esplosione di quelle a partecipazione
indiretta che sono passate dalle 27 del 2022 a 171, cioè si sono
moltiplicate per 6: una cosa mai successa fino ad oggi! L'atto
che viene posto in votazione non intraprende nessun percorso di
riduzione ma si limita semplicemente a prendere atto di questa
onda anomala che è stata provocata dall'attività di acquisizione
di Cva che partecipa a ben 154 società". Infine Aurelio
Marguerettaz (Union valdotaine) si è detto "imbarazzato e
preoccupato dalla situazione che si è creata attorno a Cva:
vorrei ribadire che la Società non è assolutamente sotto
attacco, Cva è un gioiello di famiglia che va preservato a tutti
i costi e che vale quasi il bilancio regionale".
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