Il Milan ha iniziato una nuova era sotto la guida di Sergio Conceiçao. Lo ha fatto con modi e tempi discutibili - parola d'Ancelotti -, lasciando Fonseca guidare la squadra contro la Roma da esonerato, facendo annunciare a lui stesso l'addio e senza che i dirigenti si esponessero mai pubblicamente. Il club ha aspettato il giorno dopo la partita per i comunicati di esonero di Fonseca e l'annuncio dell'ingaggio di Sergio Conceiçao.
Il nuovo tecnico ha firmato fino al 30 giugno 2026 ma con opzione in favore del club rossonero di interrompere i rapporti a fine stagione. Avrà l'arduo compito di dare una svolta definitiva a questo Milan, spesso in balia di sé stesso, lontano dalla solidità che una grande squadra dovrebbe avere. Ha cinque mesi di tempo, pochissimi. Ma la sorte (o meglio la società) ha voluto che avesse subito l'occasione di lottare per un trofeo.
Domani nel primo pomeriggio partirà con la squadra verso l'Arabia Saudita per la Supercoppa. Oggi ha conosciuto squadra e dirigenti, sarà presentato domani prima della partenza e sarà già in campo già venerdi, per la semifinale, e proprio contro suo figlio Francisco attaccante della Juventus. Tanti gli intrecci, tante le cose da fare, pochissimo il tempo a disposizione. È il risultato della criptica scelta del management del Milan che ha aspettato l'imminenza della partenza per Riad per dare il via alla rivoluzione. È stato scelto un altro portoghese, non per continuità ma semplicemente perché Conceiçao era già un profilo sondato in estate, addirittura pare il preferito di alcuni dirigenti.
Carismatico, vincente con il Porto, ma gestito da un procuratore - Mendes - con cui non è mai semplice trattare. Così a giugno il Milan aveva virato su Paulo Fonseca, ma la scelta è durata solo 200 giorni. Poi l'addio in una situazione surreale per tempistiche e modalità. Il cambio di guida tecnica era pronosticabile, perché la squadra rossonera è ottava in classifica, a 14 punti dall'Atalanta, spesso al centro di 'casi' di difficile gestione, dal cooling break di Roma, alla panchina di Leao, dal cambio autonomo dei rigoristi a Firenze, all'esclusione di Theo Hernandez. Ma a memoria è difficile ricordare in Serie A una serata come quella vissuta domenica a San Siro dal Milan. Fonseca infatti dirige la squadra rossonera contro la Roma - in un match delicato per la stagione - di fatto da esonerato.
Nel prepartita inizia a circolare insistentemente la voce di un terremoto sulla panchina rossonera. Si ipotizza addirittura l'addio indipendentemente dal risultato della partita. Ma in campo la squadra sta svolgendo il riscaldamento e si prepara ad affrontare Dybala e compagni. I rumors si fanno più concreti, si parla già del sostituto: Sergio Conceiçao. Intanto il club rossonero non dà indicazioni, non risponde alle domande dei giornalisti a caccia di conferme ufficiali anche per evitare di scrivere o dire inesattezze. E mentre si delinea la fine della sua storia in rossonero, Fonseca in campo si sbraccia, si agita e protesta veemente per un rigore non concesso ai danni di Reijnders. Ci tiene, vuole quel penalty, perché Fonseca fino a prova contraria non ha ricevuto nessuna comunicazione dal club. La partita finisce in parità, il destino di Fonseca sembra però comunque segnato. Sembra, perché nessuno del club prende parola. Fonseca viene mandato addirittura a parlare davanti alle telecamere e in conferenza stampa poi va a colloquio con i dirigenti del Milan e gli viene comunicato l'esonero. Nessun manager però si espone pubblicamente.
Così uscito da San Siro in macchina e intercettato da Sky annuncia lui stesso di essere "fuori dal Milan". Una storia che si trascinava forse da troppo tempo. Lo dimostra l'assenza di messaggi di stima sui social da parte dei leader della squadra. Nessuna parola, almeno pubblicamente, né da Leao, né da Maignan, né da Theo Hernandez. Ecco, Coinceiçao dovrà soprattutto creare un rapporto, un legame con i leader del gruppo e ottenere da loro il massimo. È una strada in salita e il conto alla rovescia è già iniziato.
Il post del Milan
Fonseca, "era arrivato il momento di dire addio"
"È arrivato il momento di dire addio. Sono orgoglioso di aver lavorato per il Milan e ho sempre dato il mio cuore e la mia anima per onorare la storia e la tradizione di questo grande club": lo scrive Paulo Fonseca sul suo profilo social salutando l'ambiente del Milan nella giornata del suo esonero. "Vorrei ringraziare il mio staff, i giocatori, i tifosi e tutti coloro che mi hanno sostenuto durante la mia permanenza a Milano. Auguro al club il meglio per il futuro", conclude.
Conceiçao: 'Orgoglioso ma dobbiamo lavorare'
"Sono orgoglioso di questa avventura. L'emozione è momentanea perché dobbiamo lavorare. Dobbiamo avere cuore caldo e testa fresca per lavorare al massimo e riuscire a vincere le partite: è quello che vogliamo noi": sono le prime parole di Sergio Conceiçao da allenatore del Milan a MilanTv. "Rappresentiamo un grandissimo club a livello mondiale e dobbiamo essere all'altezza", aggiunge.
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