LIBRO BIANCO SULLO SPETTACOLO
DIGITALE DAL VIVO, a cura di SIMONE ARCAGNI E LUCIO ARGANO
(Luiss University Press; 232 pp; 20 euro)
Restituire un quadro critico di conoscenza attorno allo
spettacolo digitale dal vivo in Italia, nelle sue diverse
declinazioni, forme, caratteristiche. E provare a tracciare
possibili strategie per valorizzare questi spettacoli,
affrontando sfide, vincoli e cercando di delineare delle
prospettive per il futuro.
Sono gli obiettivi di "onLive, Libro bianco sullo spettacolo
digitale dal vivo in Italia" curato da Simone Arcagni,
professore all'Università Iulm di Milano, studioso, consulente,
curatore e divulgatore di cultura e media digitali e Lucio
Argano, responsabile risorse umane di Ptsclas, società di
consulenza e docente a contratto di gestione culturale alla
Cattolica del Sacro Cuore e alla Roma Tre che è stato presidente
del Consiglio Superiore dello Spettacolo del Ministero della
Cultura, direttore generale della Festa del Cinema di Roma,
direttore organizzativo del Romaeuropa Festival e del Teatro
Popolare di Roma.
Promosso all'interno del progetto onLive di Piemonte dal Vivo,
Arcagni e Argano, affiancati dal gruppo Arti Digitali dal Vivo,
si sono avvalsi del contributo di più di venti studiosi e
professionisti e hanno raccolto materiali, schede e riflessioni
in grado di affrontare da più punti di vista lo spettacolo
digitale dal vivo in Italia così da tracciare una mappa dello
stato dell'arte.
Il libro offre una fotografia dinamica sulla storia dello
spettacolo digitale e un'inchiesta sulle implicazioni sul piano
delle norme, della formazione, della produzione e delle
relazioni con festival. Con vari focus sulle prospettive di
questa forma di spettacolo per i vari comparti, da quello
musicale, lirica compresa, alla danza, prosa fino al circo
contemporaneo ed altri sconfinamenti "after media". Attenzione
è dedicata anche alle prospettive professionali del settore,
dalla gestione degli archivi digitali delle arti performative ai
festival di arti digitali dal vivo, alle pubblicazioni e
riviste fino ai corsi di Teatro digitale e drammaturgia
multimediale nelle università e accademie italiane. Senza
dimenticare le questioni poste da questo nuovo fronte dei
diritti di proprietà intellettuale e le opportunità offerte dal
Pnrr. Il lavoro si chiude con le postfazioni di
Carlo Infante, pioniere del videoteatro e delle prime
sperimentazioni di performing media; con il Manifesto per uno
SDdV (spettacolo digitale dal vivo) di Oliviero Ponte di Pino,
scrittore e divulgatore, e con le riflessioni sullo spettacolo
dal vivo e la cultura digitale del direttore della Fondazione
Piemonte dal Vivo, Matteo Negrin.
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