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In evidenza
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In collaborazione con Università Cattolica del Sacro Cuore
"Il nuovo Patto di stabilità e
crescita, entrato in vigore quest'anno, migliora quello
precedente". Lo afferma Angelo Baglioni, direttore
dell'Osservatorio Monetario dell'Università Cattolica,
nell'introduzione del rapporto presentato stamane.
"Il miglioramento - aggiunge - riguarda tre profili: consente
una programmazione del bilancio sul medio termine; riconosce un
ruolo importante agli investimenti e alle riforme nel sostenere
la crescita; aumenta la titolarità dei paesi sulla
programmazione del loro bilancio. Il limite del nuovo Psc è che
si tratta solo di una riforma delle regole fiscali, mentre manca
qualunque riferimento ad una capacità fiscale comune tra i paesi
europei. La prima applicazione del nuovo Patto di stabilità e
crescita è stata nel complesso deludente".
Baglioni ha poi evidenziato che la finanza pubblica italiana
resta "molto fragile, nonostante gli inattesi progressi
certificati da Istat negli ultimi quattro anni. Bene ha dunque
fatto il governo ad accelerare l'aggiustamento, dandosi come
obiettivo l'uscita dalla procedura per deficit eccessivo già nel
2026 invece che nel 2029-2030, come suggerito dalla Commissione
Ue. Tuttavia, le coperture della manovra appaiono dubbie e nel
complesso difficili da considerare permanenti, nonostante
debbano sostenere interventi strutturali. Più in generale, la
manovra appare di corto respiro, tesa solo a garantire quanto
già approvato nel 2024, piuttosto che a guardare al futuro".
In collaborazione con Università Cattolica del Sacro Cuore
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