Roma è al 59esimo posto nella classifica 2024 sulla qualità della vita stilata dal Sole 24 Ore, perdendo 24 posizioni rispetto all'anno scorso. L'indagine racconta dal 1990 i territori prendendo in esame 90 indicatori, suddivisi in sei macrocategorie tematiche. Nella classifica generale 2024 la capitale è preceduta da Torino e seguita da Verbano-Cusia- Ossola. Perdono terreno anche le altre grandi città. Tra i punti evidenziati dal Sole 24 Ore il tema degli alloggi: a Roma il canone d'affitto di un appartamento da 100 metri quadrati in zona semi-centrale pesa per l'81% sul reddito medio dichiarato, contro il 13% di Trapani e Chieti. Elevato anche il numero di stipendi medi necessari ad acquistare un bilocale tipo: 164,8 a Roma, contro i 33,4 di Avellino. Non stupisce - viene sottolineato in un articolo - che le grandi città nell'ultimo anno abbiano quasi tutte perso residenti (a eccezione di Milano e Bologna), in modo più marcato rispetto al -0,37% della media nazionale.
Bene sul fronte degli "Affari e lavoro" dove Roma si attesta al secondo posto, alle spalle di Milano, guadagnando quattro posizioni. Mentre è al 47esimo posto per "Ambiente e servizi". E al 43esimo per la qualità della vita delle donne.
A Roma la qualità dei servizi è in realtà salita, così come c'è stata crescita, ma la crescita ha portato con sè un aumento della forbice delle diseguaglianze, soprattutto con gli estremi della provincia. Così, intervistato su Messaggero.it, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha spiegato la discesa di 24 posti di Roma nella classifica della qualità della vita del Sole 24 Ore.
"C'è un dato interessante che va spiegato - ha detto - Intanto non riguarda le città ma le province e le aree metropolitane. Poi la ricerca ha introdotto dei nuovi parametri, come le diseguaglianze. Su Roma è successa una cosa paradossale e particolare: i servizi ai cittadini sono migliorati, ma la classifica non guarda ai servizi erogati dal Comune se non in una parte limitata, e in quelli è salita tantissimo: ambiente, trasporti, pulizia. Ma la città è scesa in senso complessivo nella graduatoria perché è salita la crescita ma è aumentata la distanza con i più deboli".
Succede nelle "grandi città metropolitane in cui c'è distanza tra il centro e l'estremo della provincia. A Roma sono tante diseguaglianze anche solo tra il VI e il II Municipio, e qui il parametro è su una grande provincia. Infatti in testa ci sono province piccole e più omogenee".
Dunque, secondo l'analisi di Gualtieri, "Roma è scesa anche perché ci sono valori che sono cresciuti ma i dati distribuiti, anche dei reati, hanno prodotto un abbassamento nella classifica. Questo è un grande tema che riguarda la necessità di avere strumenti di area vasta: la Città Metropolitana ha pochissimi poteri, specie per un'area come Roma che è enorme, va da Civitavecchia a Nettuno. Altro parametro: Roma sta crescendo, ma crescono anche i prezzi, come quelli delle case e degli affitti. E' una indagine seria, e l'indicazione seria che dà è che non basta che tutta Roma cresca se non si mettono le istituzioni in condizioni di equilibrio territoriale più ampio. Noi dobbiamo avere una economia dinamica che cresce ma anche politiche di sostegno ai più deboli. Se si vuole crescere servono strumenti per distribuire i frutti della crescita".
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