'La tartaruga e il
palombaro' è il titolo della mostra di Luc Ming Yan in programma
al Palazzo dei Musei di Reggio Emilia dal 19 dicembre al 2
marzo: l'esposizione, a cura di Alessandro Gazzotti, presenta 48
opere dell'artista nato a Digione nel 1994 e attivo tra Parigi e
Shanghai. Si tratta di oli su tela caratterizzati da una grande
varietà stilistica e da un gusto particolare per il colore, che
lo rendono un autore originale nel panorama della pittura
contemporanea. Le opere dialogheranno direttamente con le
collezioni naturalistiche, in particolare con il grande fossile
di balena 'Valentina', in uno stimolante confronto. La mostra è
inoltre accompagnata da un testo di Davide Ferri, curatore e
critico d'arte, docente dell'Accademia di Belle Arti di Bologna.
Il dialogo costante tra archeologia, arte, fotografia e
scienze è uno degli obiettivi principali del nuovo Palazzo dei
Musei, che si propone di utilizzare le sue raccolte per lasciare
aperte le infinite variazioni narrative, poetiche e scientifiche
che potenzialmente offrono alla cultura contemporanea. Nell'idea
che anche gli artisti, come gli studiosi e gli esperti delle
varie discipline, possano utilizzare come fonti e come strumenti
di analisi le collezioni dei Musei Civici, si promuovono forme
di collaborazione che stimolino sguardi nuovi e inattesi. In
questo senso l'incontro che Luc Ming Yan ha avuto con il museo
reggiano, e in particolare con le collezioni naturalistiche
della Collezione Spallanzani e delle raccolte di zoologia e di
anatomia, ha generato un'immediata risonanza, che si è poi
concretizzata in una mostra che apre un dialogo e una
riflessione tra natura e pittura.
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