La Direzione investigativa antimafia ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare personale e reale emessa dal gip presso il Tribunale di Napoli (su richiesta della locale Procura della Repubblica - Direzione distrettuale antimafia) nei confronti di 53 persone, indagate a vario titolo per associazione di tipo mafioso, estorsione, detenzione di armi ed altro, ritenute affiliate al clan "Amato Pagano" operante nei comuni di Melito di Napoli, Mugnano di Napoli ed in parte dei quartieri Secondigliano e Scampia di Napoli.
Il provvedimento - si legge in una nota - "trae origine dalle indagini a carico di esponenti apicali del clan Amato Pagano, sodalizio criminale nato a seguito della sanguinosa 'scissione' dallo storico clan Di Lauro, e per questo definito anche clan degli 'scissionisti'".
Le indagini sulle estorsioni, è stato spiegato ai giornalisti durante una conferenza stampa, hanno fatto registrare una novità: il "pizzo" veniva imposto tenendo conto della capacità reddituale delle vittime. Il core-business del clan però, rimane il narcotraffico: "Avevano affiliati anche in Spagna e a Dubai", è stato spiegato dal capo centro della Dia di Napoli Claudio De Salvo e dal direttore della Dia Michele Carbone. "L'inchiesta - ha affermato De Salvo - ha colpito in particolare i vertici della famiglia Amato-Pagano, in particolare i discendenti dei boss storici ancora liberi, coloro che hanno ereditato lo scettro della famiglia malavitosa". Durante le perquisizioni, inoltre, sono stati sequestrati parecchi contanti e orologi di lusso. I flussi finanziari venivano impiegati anche in attività lecite, come la compravendita di autovetture e i proventi usati per pagare le "mesate" (gli stipendi) agli affiliati. Altro business del clan Amato-Pagano era il "pizzo" alle imprese edili impegnate in lavori anche grazie ai cosiddetti "bonus". Gli accertamenti degli inquirenti hanno anche consentito di scoprire che l'organizzazione malavitosa si appropriava abusivamente delle case sfitte, senza avere alcuna concessione.
Camorra: clan imponeva i gadget natalizi alle vittime
Come consuetudine il taglieggiamento delle vittime diventava più pressante a ridosso delle festività natalizie: la quasi totalità dei commercianti del comune di Melito di Napoli, in prossimità del Natale, veniva difatti costretta a comprare i cosiddetti "gadget natalizi", con un cospicuo incremento della cassa del sodalizio. Emerge dall'indagine della Dia di Napoli, coordinata dalla Dda partenopea, che oggi ha portato alla notifica di 53 misure cautelari e a una serie di sequestri. Gli accertamenti hanno consentito di fare luce anche sulla facilità con la quale gli affiliati detenuti riuscivano a comunicare con quelli liberi, attraverso l'utilizzo dei cellulari, comunicazioni anche finalizzate l'agevolazione dell'introduzione nelle carceri delle sostanze stupefacenti. Insieme con le 53 misure cautelari ad alcuni degli indagati è stato notificato anche il sequestro preventivo di una società di vendita e noleggio di veicoli il cui gestore è risultato essere in affari e a disposizione del clan, tanto che gli affiliati utilizzavano le sue autovetture per gli spostamenti e gli uffici della sua azienda come principale base operativa.
Camorra: Deborah Amato a capo del clan dopo arresto della madre
È Deborah Amato, 34 anni, colei che, secondo la DDA di Napoli, aveva ereditato la guida del clan Amato-Pagano dopo l'arresto della mamma, Rosaria Amato, detenuta al 41bis. Insieme con lei gestivano il clan anche Gennaro Liguori (marito della nipote di Raffaele Amato, classe '65); il marito di Debora, Domenico Romano, Enrico Bocchetti (genero di Cesare Pagano) e da Emanuele Cicalese (genero di Raffaele Amato, classe '65). Sono complessivamente 43 gli arresti in carcere e 10 quelli ai domiciliari emessi dal gip Iaselli su richiesta della Dda.
Camorra: Colosimo, 'particolari inquietanti dal blitz di oggi'
"Emergono particolari inquietanti dalle indagini condotte dalla Dia, coordinate dalla Dda di Napoli, che hanno portato al blitz di questa mattina contro il clan di camorra Amato-Pagano". Così la presidente della commissione Antimafia, Chiara Colosimo. "Dall'operazione odierna - osserva Colosimo - emerge che il clan Amato-Pagano addestrava i minori per le estorsioni; e che nelle attività criminose avevano un ruolo apicale le donne. Inoltre, l'uso dei social network, da parte della criminalità organizzata, così come evidenziato dal procuratore Gratteri, è un elemento nuovo che non va sottovalutato e va contrastato con forza. Dobbiamo strappare i giovani alla logica dell'ostentazione del lusso e del denaro facile evitando qualsiasi tipo di affiliazione ed esaltazione della criminalità. Per questo ringrazio gli inquirenti per l'eccellente risultato raggiunto che ci permette di avere un quadro chiaro e completo di come le mafie, tutte, si muovono e si evolvono".
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