Donald Trump si avvia a insediarsi il 20 gennaio alla Casa Bianca come il primo presidente 'felon', criminale.
Il giudice di New York Juan Merchan ha respinto infatti l'istanza di archiviazione del verdetto di colpevolezza per il caso pornostar, che gli avvocati del tycoon avevano presentato alla luce della sentenza con cui la Corte suprema ha stabilito l'immunità per le "azioni ufficiali" intraprese dal presidente nell'esercizio delle sue funzioni.
Sposando la tesi dell'accusa, Merchan ha scritto nel suo provvedimento di 41 pagine che le prove mostrate al processo riguardano "completamente una condotta non ufficiale" e ha ricordato che la stessa Corte suprema nella sua sentenza riconosce che "non tutto quello che il presidente fa è ufficiale", neppure se agisce dallo Studio Ovale.
La decisione preserva la storica condanna che, se confermata anche negli inevitabili appelli di Trump, ne farà il primo pregiudicato a servire alla Casa Bianca. Il giudice non ha tuttavia ancora deciso se emettere la sentenza prima che il presidente eletto giuri, dopo la fine del suo mandato nel 2029, o se non emetterla per nulla, mantenendo però agli atti in ogni caso il verdetto di colpevolezza. Come chiede l'accusa, sostenendo che l'imminente ritorno di Trump alla presidenza non dovrebbe ribaltare la decisione di una giuria.
Trattandosi di un processo statale, The Donald non avrebbe la possibilità di graziare se stesso e gli resterebbe questa macchia. Immediata e adirata la sua reazione su Truth, mentre continua la processione dei Ceo a Mar-a-Lago: "In un provvedimento completamente illegale e psicotico, il giudice Juan Merchan, profondamente in conflitto d'interessi, corrotto, di parte e incompetente, ha completamente mancato di rispetto alla Corte suprema degli Stati Uniti e alla sua storica decisione sull'immunità.
Ma anche senza immunità, questo caso illegittimo non è altro che una bufala truccata. Merchan, che è un partigiano radicale, ha scritto un'opinione che è consapevolmente illegale, va contro la nostra Costituzione e, se rimanesse in piedi, sarebbe la fine della presidenza come la conosciamo".
"Questo deve finire! È tempo di porre fine alla strumentalizzazione della giustizia una volta per tutte", ha ammonito. Trump se la prende anche con il procuratore speciale Jack Smith, che però ha chiesto e ottenuto l'archiviazione dei due processi federali per l'assalto al Capitol del 6 gennaio 2021 e le carte segrete conservate a Mar-a-Lago, arrendendosi di fronte al fatto che la politica del Dipartimento di Giustizia proibisce di perseguire un presidente in carica e che non ci sarebbe il tempo per un dibattimento prima dell'insediamento del tycoon.
Nel caso pornostar tuttavia si era già arrivati lo scorso maggio a un verdetto di colpevolezza (all'unanimità) per tutti i 34 capi di imputazione: falsificazione di documenti contabili per occultare i 130 mila dollari pagati in cambio del silenzio di Stormy Daniels su un'imbarazzante notte di sesso che poteva compromettere la campagna del tycoon nel 2016. Per ora resta aperto anche il processo statale per i tentativi di ribaltare il voto in Georgia nel 2020.
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