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Sversamento carbone a Fiume Santo, 'mai una contestazione'

Sversamento carbone a Fiume Santo, 'mai una contestazione'

Al processo depone uno dei 6 imputati: rispettate tutte le norme

SASSARI, 22 ottobre 2024, 14:19

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Dal 2003, quando è iniziata l'attività di scarico del carbone nella centrale, fino al 2018, non abbiamo mai ricevuto contestazioni né dalla Capitaneria né dall'Ispra o da altre autorità". A giurare davanti al tribunale di Sassari sul rispetto di tutte le norme ambientali e di sicurezza per lo scarico del carbone nella centrale elettrica di Fiume Santo, è Antonio Sanna, uno dei sei dipendenti dell'impianto sotto processo con l'accusa di avere riversato in mare, tra il 2000 e il 2018, circa 1.350 metri cubi di carbone senza alcuna autorizzazione.
    Sanna, imputato insieme ai colleghi Daniele Derosas, Salvatore Fois, Franco Angioni, Ruggero Lai e Piero Gianfranco Soggia, tutti difesi dagli avvocati Luigi Conti e Giuseppe Conti, si è sottoposto all'esame oggi, in aula, rispondendo alle domande dei suoi legali, dell'avvocato di parte civile Stefano Bionda, del pm Antonio Piras e della giudice Monia Adami.
    Ha così descritto con dovizia di particolari come si svolgevano le operazioni di scarico del carbone dalle navi al nastro trasportatore che trasferiva il prodotto fino al carbonile dell'impianto, come funzionava il sistema di contenimento delle polveri e come venivano utilizzate una benna semi ermetica e le paratie. Tutti strumenti, ha spiegato l'imputato, adottati per ridurre al minino eventuali perdite di carbone nell'ambiente. "Non ho mai assistito a episodi in cui il carbone sia finito in mare - ha chiarito - L'Ispra ha fatto periodicamente dei controlli e non ha mai rilevato alcuna irregolarità".
    A notare la presenza del carbone sul fondale davanti al molo, furono dei sommozzatori che stavano controllando le condizioni della banchina, nel 2017. I gestori della centrale informarono le autorità dichiarando che avrebbero provveduto a recuperare il carbone. In seguito arrivò l'ordinanza della Capitaneria che impose delle prescrizioni, come l'uso di zatterine da posizionare attorno alle navi carboniere. Il carbone fu recuperato totalmente dal fondale marino e catalogato dal ministero dell'Ambiente come rifiuto speciale.
    L'udienza è stata aggiornata al 18 febbraio per sentire alcuni testi della difesa.
   

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