GIOVANNI RABONI, SI È TIFOSI DELLA PROPRIA SQUADRA PERCHÉ SI È TIFOSI DELLA PROPRIA VITA (MIMESIS EDIZIONI, PP 144, EURO 14). Tra i più grandi poeti del secondo Novecento e dei primi anni Duemila, Giovanni Raboni è stato un grande appassionato di calcio. Da giovanissimo cominciò a frequentare lo stadio con il padre e il fratello per seguire le partite casalinghe dell'Inter. Poi, per tanti anni è stato presente sugli spalti di San Siro insieme all'amico poeta Vittorio Sereni, suo compagno di tifo a partire dai primi anni Sessanta. Al calcio Raboni ha dedicato una piccola ma preziosa parte della sua produzione poetica e giornalistica raccolta nel libro Si è tifosi della propria squadra perché si è tifosi della propria vita, che esce il 21 giugno per Mimesis Edizioni, a cura di Rodolfo Zucco. Ci sono i versi della Canzoncina della mezzala sinistra (1979) e l'intervista 'Inter, non ti perdono di aver mollato Baggio' pubblicata da Il Giorno il 26 gennaio 2004.
"Perché mi piace il calcio? Ogni tanto me lo chiedo. Quella per lo sport è una passione veramente gratuita, non ha senso" diceva Raboni, nato a Milano nel 1932 e morto a Fontanellato nel 2004.
I versi di Raboni che è stato traduttore, critico militante e commentatore politico e di costume oltre che poeta è raccolta integralmente in L'opera poetica (2006) e in Tutte le poesie.
1949-2004 (2014).
Si è tifosi della propria squadra perché si è tifosi della propria vita sarà presentato lunedì 24 giugno alle 18 al Circolo Filologico Milanese, a Milano da Beppe Severgnini, Gianni Turchetta e dal curatore del volume Rodolfo Zucco moderati da Niccolò Nisivoccia.
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