TORINO - Nicola Lagioia, con 'La città dei vivi' (Einaudi), è il vincitore dell'11/a edizione del Premio Lattes Grinzane, riconoscimento internazionale intitolato a Mario Lattes, che fa concorrere insieme autori italiani e stranieri ed è dedicato ai migliori libri di narrativa pubblicati nell'ultimo anno. A proclamare la sua vittoria sono stati i voti di 400 studentesse e studenti delle venticinque giurie scolastiche delle scuole superiori (ventiquattro in Italia e una a Madrid).
Il romanzo di Lagoia racconta un fatto reale, il truce, efferato, quasi 'stupido': l'omicidio di un giovane da parte di due ragazzi di buona famiglia. "Proprio immergendosi nel pulsante respiro di Roma - si legge nella motivazione - il narratore porta alla luce tanti resistenti barlumi di umanità; interroga con trattenuta delicatezza, senza moralismo, ma anche senza indulgenza, le ragioni di ciascuno, lontano da ogni indiscrezione e da ogni compiacimento per l'eccesso. Dalle ragioni di un male che sembra rappreso nelle cose, nello sfaldarsi degli spazi civili e sociali, pare quasi estrarre una speranza di umanità e di riscatto". "Ho impiegato più di 4 anni a scrivere questa storia - ha detto Lagioia -, il primo a raccogliere dati e ad intervistare i protagonisti reali della vicenda, gli altri tre a raccontarla. E quando mi sono dato alla scrittura, diciamo alla letteratura, le cose hanno cominciato ad andare al loro posto. E' come se la scrittura si fosse fatta corazza da palombaro. Protettiva. E quando ho finito di scrivere, la storia mi ha sputato fuori. Adesso ne sono un lettore come tutti gli altri. Di fatto tutte le storie raccontano cose negative, dalla tragedia ad oggi - ha concluso l'autore, che è anche direttore del Salone del Libro di Torino - Allo scrittore non manca mai l'oggetto. Le opere scritte, per strategia retorica, non danno mai risposte, ma sollevano le domande più giuste. forse le più umane possibili. E il lettore continua ad interrogarsi su quelle questioni, anche finito il libro".
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