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Leavitt, sto scrivendo un romanzo sulla teosofia

Leavitt, sto scrivendo un romanzo sulla teosofia

Scrittore a Libri Come, Ucraina? Ho paura di aprire il giornale

ROMA, 13 marzo 2022, 19:43

di Mauretta Capuano

ANSACheck

David Leavitt - RIPRODUZIONE RISERVATA

David Leavitt - RIPRODUZIONE RISERVATA
David Leavitt - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il mondo della teosofia e della parapsicologia ha conquistato David Leavitt, lo scrittore americano di 'Ballo di famiglia che sta scrivendo un libro su Madame Blavatsky. "E' un romanzo storico ambientato alla fine dell'Ottocento sul mondo della teosofia e parapsicologia. Non sono molto religioso e spirituale, ma trovo molto affascinante questo mondo. E' un libro su Madame Blavatsky di una famiglia aristocratica russa, molto famosa in India" annuncia all'ANSA lo scrittore al suo arrivo a Libri Come nel giorno di chiusura della Festa del Libro e della Lettura all'Auditorium Parco della Musica di Roma dove presenta la nuova edizione del suo romanzo d'esordio 'La lingua perduta delle gru', uscito nel 1986, pubblicato da Sem, che sta ripubblicando tutti i suoi libri, nella nuova traduzione di Fabio Cremonesi. E a oltre 35 anni da quel suo folgorante esordio in cui ha raccontato il momento cruciale in cui un ragazzo, Philip decide di rivelare ai suoi genitori di essere gay, racconta in un ottimo italiano: "I miei studenti sono molto più fluidi nella società. Tutti usano la parola pansessualità. Quando io ero giovane le categorie erano molto più rigide: etero, gay, bisessuale. La fluidità è una bella cosa, siamo più liberi. C'è stato un grande cambiamento, ma l'emozione del momento topico in cui riveli qualcosa sulla tua sessualità è la stessa. Invece di rivelare di essere gay dirai che sei transgender ma l'impatto è uguale". Meglio evitare di usare la parola omosessuale che lo scrittore odia, "perché viene usata con un tono insopportabile dalle persone omofobe" dice. Siamo nella New York degli anni Ottanta e le inclinazioni amorose di Philip aprono una crepa sempre più profonda in Rose e Owen, liberal e piccoli intellettuali. "Ero così giovane quando lo ho scritto. Avevo 24 anni. Sono contento che questo libro continui a vivere. Non è un romanzo che affronta tematiche legate al momento in cui è stato scritto" spiega Leavitt che insegna inglese all'Università della Florida, è nato a Pittsburgh nel 1961, è cresciuto in California e ha vissuto per lunghi periodi anche in Italia, soprattutto a Firenze, dove vorrebbe tornare. "L'Italia è il Paese del mio cuore. Tutti gli americani di buon gusto la amano. Ci voglio tornare" afferma.
    Nel romanzo si affronta anche il tema dell'Aids che ci riporta alla pandemia di Coronavirus che stiamo vivendo.
    "Sull'Aids ero più preparato. Per me è un eroe il dottor Fauci che ci ha guidati sull'Aids da cui si è imparato tanto anche per curare il Coronavirus" sottolinea. E impaurito dalla guerra in Ucraina spiega: "E' una tragedia, è terribile. Quando apro il giornale ogni giorno ho paura. Non ho nessuna autorità per parlare di questa cosa. Ho un tipo di reazione emotiva, di cuore e pancia. Mi sento vicino al popolo ucraino. Putin non ha una faccia e un'espressione umana". E pensa che "il conflitto si potrebbe allargare. Dopo gli anni terribili di Trump, la pandemia è arrivata la guerra. Io ho 60 anni ma sono preoccupato per i miei studenti, crescere in questo mondo è terribile. E' come la seconda guerra mondiale. Adesso siamo troppo traumatizzati ma penso che questo porterà a una nuova ondata di creatività nella letteratura e nell'arte" afferma Leavitt che dirige la rivista letteraria 'Subtropics'. 
   

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