(di Paolo Levi)
Tra sesso e politica: qualche mese
nella vita di Michel Houellebecq. Dopo le polemiche di questo
inverno per le controverse dichiarazioni sui musulmani di
Francia e il caso dei video erotici in Olanda, lo scrittore
bestseller Michel Houellebecq pubblica un nuovo volume
intitolato 'Quelques mois dans ma vie' ('Qualche mese nella mia
vita') che esce il 26 maggio in contemporanea in Francia e in
Italia rispettivamente per Flammarion e per la Nave di Teseo di
Elisabetta Sgarbi, con la traduzione di Milena Zemira Ciccimarra
(pp. 112, 15 euro).
In queste pagine, in cui i personaggi hanno nomi di animali e
dove i vizi appaiono sotto forma di serpenti - "a tratti
sembrerebbe un dipinto di Hieronymus Bosch", commenta il
giornale Le Figaro - Houellebecq racconta Houellebecq: le accuse
di razzismo e islamofobia, le minacce, gli inganni e le
battaglie legali, il suo rapporto con il cinema e la
pornografia. "Non si può dire che la lettura e la scrittura
facciano veramente parte della vita, le offrono piuttosto
un'alternativa", sostiene lo scrittore, che in questo suo ultimo
libro torna su alcuni recenti episodi della sua vita da romanzo.
Come la vicenda giudiziaria in Olanda legata ai video erotici
girati a sua insaputa a Parigi e Amsterdam da un sedicente
artista: "Ciò che confesso soprattutto a mio riguardo, è la mia
grande stupidità. Avremmo potuto aggiungere come sottotitolo
'come si può essere tanto fessi'", afferma Houellebecq, in una
lunga intervista a Le Figaro.
Quanto allo scontro dei mesi scorsi con il rettore della
grande Moschea di Francia, Chems-eddine Hafiz, seguite alle sue
dichiarazioni esplosive sui musulmani alla rivista Front
Populaire, aggiunge: "È colpa mia. Avrei dovuto rileggere meglio
l'intervista. Perché sono convinto da tempo che il problema non
sia l'Islam, ma la delinquenza".
Sulle colonne di Le Figaro, lo scrittore abbonato alle uscite
incendiarie parla a ruota libera dei temi del nostri tempo,
dall'immigrazione a Emmanuel Macron, al Premio Nobel andato ad
Annie Ernaux. Alla domanda se i flussi verso l'Europa fossero
inevitabili, risponde: "No, nulla è inevitabile. Non è
radicalmente impossibile che l'Africa si sviluppi (...) E nel
caso in cui questo malauguratamente non dovesse accadere, i
muri, servono comunque a qualcosa". Quanto a Macron, "mi
piacerebbe capirlo, ma qualcosa mi sfugge". Quindi l'elogio
dell'ex presidente Nicolas Sarkozy recentemente condannato dalla
corte d'appello di Parigi nel processo sulle intercettazioni.
"Tutto mi piace di Sarkozy, anche quando invia Sms ed è a tavola
con la regina d'Inghilterra...".
Parlando dell'ultimo Premio Nobel, Houellebecq dice di non
"essere rimasto particolarmente colpito. Siccome Le Clézio e
Modiano lo hanno avuto di recente, pensavo non potesse ottenerlo
un autore francese. Dopo Annie Ernaux, è diventato ancora più
difficile, quasi impossibile, dovrei vivere 120 anni. Siccome ha
detto cose brutte su di me vorrei fare altrettanto ma non l'ho
ancora mai letta".
Houellebecq parla anche di religione, si dice "agnostico, non
ateo". Aggiunge che nella vita ha visto "tanti concerti rock ma
nulla è stato come le Giornate Mondiali della Gioventù a Parigi
con Giovanni Paolo II". E "amo molto Benedetto XVI", puntualizza
al giornale francese. Quanto alla frase dello scrittore Louis
Ferdinand Céline secondo cui gli stronzi sono sempre in
maggioranza, "è completamente falso".
Romanziere, poeta e saggista, Houellebecq ha pubblicato, tra
l'altro, i romanzi Le particelle elementari (1999), Estensione
del dominio della lotta (2000), La possibilità di un'isola
(2005), La carta e il territorio (2010), con cui ha vinto il
premio Goncourt, e Sottomissione (2015).
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