BRASSAI, L'OCCHIO DI PARIGI. A CURA
DI PHILIPPE RIBEYROLLES (SILVANA EDITORIALE, PP. 256, EURO 36)
Must-have per appassionati d'arte e per quanti desiderano
scoprire uno dei geni della fotografia del Novecento. 'Brassaï,
l'occhio di Parigi', uscito per Silvana Editoriale e curato dal
nipote Philippe Ribeyrolles, è un catalogo in inglese e
italiano, di 250 immagini di Brassaï che oltre alla fotografia,
nel corso della sua carriera, si è dedicato alla scrittura, alla
scultura, e al cinema. Il suo vero nome era Gyula Halász.
Ungherese naturalizzato francese è vissuto dal 1899 al 1984.
Salvador Dalì, Pablo Picasso, Henri Matisse alcuni dei big che
ha immortalato negli anni. Tra i suoi amici lo scrittore
americano Henry Miller che lo chiamava "occhio vivo". Il volume
raccoglie scatti della Parigi notturna, della vita mondana, e
anche i graffiti che passeggiando scovava sui muri della Ville
Lumière. La Parigi di queste pagine è vivace, misteriosa,
avvolta nella nebbia o bagnata dalla pioggia. Il libro raccoglie
inoltre nudi femminili e ritratti. Brassaï viaggiò in tutta
Europa e negli Stati Uniti, lasciando dietro di sé fotografie
che conservano l'impronta della sua curiosità e del suo stile.
"Prima di essere colpito dal soggetto, l'occhio dello spettatore
deve essere catturato dalla sua forma, dalla struttura
dell'immagine. Solo le immagini rigorosamente costruite possono
entrare nella memoria e diventare indimenticabili", diceva
Brassaï. Emblematico a tal proposito un suo scatto realizzato
nella zona di Montmartre che appare completamente deserta,
spiccano geometrie e gradini e, in lontananza, staziona un
cagnolino bianco.
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