"Il libro che ho scritto non è un
trattato giuridico, ma un prodotto molto discorsivo che parla
dell'autonomia differenziata, da dove nasce l'idea e dove vuole
arrivare. La cosa che mi fa partire l'embolo è sentir definire
l'autonomia differenziata una 'secessione per ricchi' da parte
dei rappresentanti che devono votarla. Potrei capire i cittadini
che possono essere mal informati, ma permettere a un presidente
di regione di coordinare le forze in campo in casi di catastrofi
naturali non mi sembra un processo di secessione per ricchi,
tutt'altro. Io penso sia una grande opportunità, che però se non
faremo per scelta dovremo fare per necessità: si parla di una
riorganizzazione del territorio che è imperativa". Esordisce
cosi Luca Zaia, presidente del Veneto, ai microfoni di Radio
Cusano nel corso della trasmissione '5 Notizie' condotta da
Gianluca Fabi in merito al tema dell'autonomia differenziata.
Zaia approfondisce "penso sia doveroso ricordare che processi di
autonomia parziale sono stati più volte già attuati in passato.
Nel 90' fu introdotto il concetto di autocertificazione per
ovviare al fatto che per ogni cosa si dovesse andare in un
ufficio pubblico, e in ultimo poco fa il Ministero dell'Interno
ha pensato di dare i gestione i passaporti alle Poste invece che
alle questure. Si tratta di elementi di decentramento che sono
già presenti, e che migliorano la vita dei cittadini. Noi stiamo
solo pensando di renderli organici con l'autonomia
differenziata, e difatti mi fa arrabbiare-commenta- quando si
parla di una sanità che morirà per alcune regioni o dei Lep che
non verranno rispettati se dati in mano agli organi regionali".
Per Zaia "dobbiamo far sapere che la sanità è già in mano
alle regioni, si tratta solo di fare rifiniture. Quando c'è
stato il Covid-spiega Zaia- gli interlocutori erano le Regioni
non altri". Il presidente risponde poi alla domanda sulle
possibili differenze di prestazioni che si verrebbero a creare
tra le varie regioni se fosse approvata l'autonomia "sia al Sud
che al Nord l'autonomia, anche sanitaria, è già presente. Il
tema è che l'autonomia come diceva Einaudi deve esserci per
tutti, ma non dev'essere per tutti uguale, si chiama
differenziata per quello. Dove si è in grado di lavorare da soli
ci sarà bisogno di meno Stato e ci saranno posti dove ci sarà
più bisogno di aiuto da parte dello Stato. Penso inoltre che
paragonare le diverse sanità è immorale, ma è altrettanto
immorale dire che i soldi sono stati dati al Nord, perché è una
balla. In Veneto sono stati chiusi di recente 50 ospedali. Il
problema- conclude- è che la sanità che va avanti è quella che
si è evoluta, quella che non ce la fa non è al passo coi tempi".
E sulla sentenza della Corte costituzionale in merito al tema
dell'autonomia differenziata, Zaia dichiara "a mio avviso il
nostro Paese ha dato il peggio di sé, non per la sentenza della
Corte ma per i commenti che sono seguiti alla sentenza. La Corte
è stata chiamata a pronunciarsi per l'incostituzionalità o meno
della legge Calderoli su ricorso di 4 regioni, e ha dichiarato
che la legge è costituzionale bocciando il ricorso. Però ha dato
delle indicazioni: per esempio rispetto all'autonomia ha detto
che il Parlamento può emendare le intese tra Stato e Regione e
non deve dare solo esito negativo o positivo. Per quanto
concerne i Lep, la Corte dice che non vanno gestiti a livello
governativo ma amministrati dal Parlamento".
Infine, sulla sua possibile candidatura alle prossime
regionali "sinceramente non commento neanche più, voglio
dedicare il mio tempo ai Veneti, e ai miei cittadini. Io ho
sempre sostenuto che il limite di mandato è un'idiozia, perché
se pensi che ci sia un problema di concentrazione di potere dai
degli idioti ai cittadini che eleggono chi pensano sia più
meritevole. Pensiamo all'Umbria, la passata amministrazione ha
lavorato e non è stata riconfermata, ogni giorno ci sono
Presidenti e Sindaci che hanno lavorato bene che vanno a casa,
la decisione è dei cittadini" conclude Zaia
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