"Abbiamo vissuto un'esperienza
traumatica. Noi siamo chiamati a essere comunità che genera la
vita. Chi si è preso gioco di noi è stato il caso". Così stasera
don Antonio Ruccia, parroco della chiesa san Giovanni Battista
di Bari, nel momento di preghiera per il neonato trovato senza
vita nella culla termica della chiesa la mattina del 2 gennaio.
"Forse questo è un segno di essere impegnati a dare ancora di
più a questa città che invecchia, sta morendo. Forse il Signore
- ha aggiunto il parroco - ce lo sta chiedendo in maniera forte:
siamo chiamati a essere segno di vita. Sono convinto che
qualcuno dal cielo ci sta proteggendo, e che il Signore che ama
gli angeli ci manda gli angeli ad annunciare ancora una volta la
gioia della condivisione e della fraternità".
Il parroco, che ieri è stato ascoltato a lungo dagli
inquirenti (la Procura di Bari indaga a carico di ignoti per
abbandono di minori aggravato da morte), ha anche ringraziato i
parrocchiani che hanno partecipato alla funzione: "Un grazie a
ciascuno di voi e a tutti in particolare, abbiamo condiviso un
momento difficile e un momento di preghiera. Non dobbiamo fare
interviste, noi siamo qua a pregare a ad invocare la vita.
Ringrazio il vescovo che mi ha messaggiato".
Il giorno del ritrovamento il sacerdote era a Roma e spiegò
che il suo cellulare non aveva squillato nonostante fosse
collegato al sistema che fa scattare un alert quando viene
posato un bimbo nella culla, come accaduto in altri due casi in
cui sono stati soccorsi altri due bimbi.
Sul sito della parrocchia è invece scritto che la culla è
collegata con il Policlinico ma il direttore generale
dell'azienda ospedaliera ha smentito, sottolineando che non è
mai stato così. Le indagini si concentrano ora sul sistema di
allarme e sulla eventualità che il riscaldamento di cui è dotata
la culla non abbia funzionato.
Rivolgendosi ancora alla comunità, don Ruccia ha concluso:
"Dobbiamo affrontare altro e lo affronteremo. Siamo onesti e
trasparenti e chi si è preso gioco di noi è stato il caso".
Prima dell'avvio della preghiera non sono mancati momenti di
tensione tra i parrocchiani e i giornalisti presenti all'esterno
della chiesa con le telecamere.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA