Alla luce del quadro
epidemiologico nazionale della pesta suina africana, in cui si
contano all'incirca 24 focolai attivi negli allevamenti
domestici di suini, di cui 18 in Lombardia, cinque in Piemonte e
un in Emilia-Romagna, delinea una situazione che nella sua
complessità richiede prudenza, l'assessore regionale alla Salute
Luca Coletto evidenzia che in Umbria, al momento, non è stato
individuato nessun caso né nel suino domestico né in quello
selvatico, condizione per la quale il territorio umbro è
territorio indenne da Psa.
"I controlli, attuati dai Servizi veterinari regionali,
finalizzati all'eventuale precoce individuazione della
circolazione virale della Psa sul territorio regionale - ha
affermato l'assessore Coletto - proseguono, secondo le
prescrizioni impartite dal Commissario straordinario e dal
Ministero della Salute e declinate secondo le specificità umbre
del territorio, filiera suinicola e quadro epidemiologico. La
rete della sanità pubblica veterinaria regionale, a partire dai
medici veterinari liberi professionisti che operano nelle
aziende suinicole, i servizi veterinari delle Ausl, fino al
Servizio regionale prevenzione, sanità veterinaria e sicurezza
alimentare, è costantemente protesa ad impedire che il virus
della Psa entri e si diffonda nel territorio umbro portando con
sé le limitazioni e gli impedimenti che la lotta attiva a tale
malattia imporrebbe".
Numerose - sottolinea la Regione - sono state le iniziative
intraprese a livello regionale e locale, a partire dalle
attività di controllo e sorveglianza, che coinvolgono i servizi
veterinari delle due Asl dell'Umbria e l'Istituto
zooprofilattico sperimentale dell'Umbria e delle Marche "Togo
Rosati", che si realizzano mediante la segnalazione ed il
controllo diagnostico di tutti i cinghiali rinvenuti morti. A
tal fine, è utile ricordare che qualsiasi cittadino può
effettuare una segnalazione al numero unico regionale 075 81391.
Presso gli allevamenti di suini domestici è attiva un'attenta
sorveglianza che si realizza in presenza di casi sospetti
(febbre alta, morte improvvisa, presenza di emorragie, disturbi
intestinali e nervosi, aborti) e di aumentata di mortalità che
viene concretizzata con il campionamento degli animali malati e
di tutti i suini venuti a morte. Inoltre, vengono verificati i
livelli di applicazione delle misure di biosicurezza, volte ad
impedire che il virus della Psa venga veicolato all'interno
delle aziende suinicole.
Il Piano regionale interventi urgenti, nel recepire le
disposizioni commissariali e ministeriali, ha individuato
inoltre due distretti suinicoli di maggiore rilevanza,
specificatamente nel comprensorio di Bettona e del Prosciutto di
Norcia, presso i quali realizzare una drastica riduzione della
popolazione dei suini selvatici. A tale proposito è allo studio
l'opportunità di individuare ulteriori distretti suinicoli al
fine di conferire un più diffusa protezione agli insediamenti
produttivi della filiera suinicola.
Tenuto conto dell'imminente apertura della stagione di caccia
al cinghiale, il Servizio regionale prevenzione ha
sensibilizzato tutti i soggetti interessati e le autorità
competenti alla vigilanza sulle attività venatorie e al rispetto
del divieto di abbandonare i visceri degli animali abbattuti
nell'ambiente.
Infine, consapevoli che il virus della Psa possa essere
veicolato anche da comportamenti ed abitudini umane, il servizio
regionale prevenzione ha richiesto ai servizi regionali
responsabili del coordinamento delle attività di raccolta e
gestione di rifiuti e dell'organizzazione del territorio e
sport, di riattivare una efficace campagna di informazione
affinché sia impedito l'accesso ai rifiuti urbani da parte degli
animali selvatici; non vengano abbandonati rifiuti o alimenti
nell'ambiente; siano invitati gli escursionisti a cambiare
indumenti e scarpe dopo passeggiate in aree agricole e boschive.
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