"Se non troviamo nuove modalità
per sostenere il servizio sanitario nazionale rischiamo che la
regia delle cure passi sempre più al settore privato, con tutte
le conseguenze che ciò comporta. Già oggi vediamo differenze
territoriali marcate: ricevere una diagnosi di tumore al Sud non
è uguale che riceverla al Nord, e questo all'interno di un
sistema che si dichiara universale. Senza un intervento forte a
favore del sistema sanitario nazionale, queste disparità sono
destinate ad aumentare". A dirlo è Gianni Amunni, responsabile
scientifico di Cracking Cancer e coordinatore scientifico di
Ispro, intervenendo alla nona edizione del Forum Sistema Salute,
organizzato da Koncept presso la Stazione Leopolda.
"In oncologia, come in altri ambiti medici - ha poi detto
Amunni -, l'aumento delle cure disponibili porta con sé costi
crescenti. Il punto però è superare il concetto di spesa e
iniziare a parlare di investimento. Un paziente che vive quattro
anni in buone condizioni, anziché sei mesi, genera valore per la
società, anche in termini di contributo fiscale e impatto sul
Pil, se vogliamo guardarla anche dal punto di vista economico".
"Il problema - dice Amunni - è che viviamo nell'epoca della
performance e la guarigione sembra quasi diventare un obbligo.
Questa visione orientata al risultato deve però trovare
equilibrio con l'importanza del rapporto umano tra medici e
pazienti, aspetto fondamentale che non possiamo trascurare".
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