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Attivo centro di cura tumori ginecologici Humanitas S. Pio X

Attivo centro di cura tumori ginecologici Humanitas S. Pio X

Obiettivo garantire personalizzazione e preservare la fertilità

ROMA, 15 ottobre 2024, 12:20

Redazione ANSA

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Multidisciplinarietà, chirurgia, terapie innovative, preservazione della fertilità (impensabile fino a pochi anni fa), accesso a protocolli di ricerca clinica alle donne con diagnosi o sospetto diagnostico di tumore ginecologico. Garantire tutto ciò è l'obiettivo del Centro di ginecologia oncologica di Humanitas San Pio X, dedicato alla diagnosi, al trattamento e al follow-up dei tumori ginecologici, nato dall'integrazione delle competenze del team di Domenica Lorusso, direttrice, e della squadra e Fabio Martinelli, responsabile dell'unità operativa di Ginecologia oncologia chirurgica.
    L'accesso a cure innovative e terapie personalizzate significa migliore prognosi e sopravvivenza anche con tumori in stadio avanzato, e più alte percentuali di guarigione. Tumore dell'utero, dell'endometrio, della cervice uterina, delle ovaie, della vulva, della vagina, i tumori della placenta come la malattia trofoblastica gestazionale, di lesioni pre-cancerose come quelle Hpv correlate, e con familiarità oncologica, come Brca e sindrome di Lynch: malattie "relativamente meno frequenti, che possono però abbracciare tutte le fasce di età e comparire in donne giovani e in età della menopausa", spiega Lorusso, professore ordinario di Ginecologia e ostetricia di Humanitas University e responsabile dell'unità operativa di Ginecologia oncologica di Humanitas San Pio X. Patologie rare e perciò più complesse da curare. Ricerca e diagnosi precoce, continua Lorusso, sono la speranza per il futuro. "Grazie alla prima migliorano le nostre capacità di affrontare queste malattie calibrando le terapie disponibili sulla base delle specificità di ogni donna, aumentando la sopravvivenza anche grazie a nuovi farmaci. Con la diagnosi precoce possiamo garantire interventi tempestivi".
    La chirurgia personalizzata "spazia da quella radicale multiorgano agli interventi con tecniche mini invasive (laparoscopia, endoscopia, chirurgia robotica) e metodiche innovative, allo scopo di minimizzare l'impatto sulla donna", aggiunge Martinelli. "Quando indicata, la mini invasività della terapia chirurgica permette la conservazione di tessuti e organi sani, pur mantenendo un elevato grado di efficacia nella rimozione della massa tumorale, rendendo gli interventi meno dolorosi e il recupero più rapido".
   

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