Una significativa percentuale di
pazienti con coronaropatia (Cad) è affetta anche da arteriopatia
periferica (Pad): il 4,3% degli over 40, oltre il 20% degli over
65 e il 30% dei soggetti diabetici. Sono i risultati dello
studio Pad&Cad realizzato dall'Istituto di ricerche
farmacologiche Mario Negri, in collaborazione con il Consorzio
sanità (Co.S) e la Società italiana di angiologia e patologia
vascolare (Siapav), e parzialmente finanziato in maniera
incondizionata da Bayer Italia. Dati che evidenziano
l'importanza di integrare lo screening della Pad nella pratica
clinica quotidiana per i pazienti a rischio.
Patologia aterosclerotica caratterizzata dall'ostruzione delle
arterie con conseguente ridotta ossigenazione dei tessuti,
l'arteriopatia periferica degli arti inferiori è associata a un
aumento del rischio di eventi cardiovascolari gravi, come
l'infarto e l'ictus. Nonostante l'alta prevalenza di Pad in
soggetti di età avanzata o con diabete, la diagnosi precoce è
spesso trascurata anche da coloro che hanno una malattia
coronarica, che con la Pad aumenta il rischio di complicanze
cardiovascolari. Il fatto che ancora oggi rimanga
sotto-diagnosticata è dovuto principalmente alla mancanza di
strumenti diagnostici facilmente utilizzabili nella pratica
clinica quotidiana dei medici di base.
La ricerca ha coinvolto 32 medici generali che hanno incluso 713
pazienti con coronaropatia. Grazie all'utilizzo di un
dispositivo automatico per la misurazione dell'indice pressorio
caviglia-braccio Abi (Ankle-Brachial Index) è stato possibile
individuare 148 pazienti (20,8%) con Pad, di cui ben il 71,6%
(106 pazienti) era asintomatico.
"I risultati dello studio sottolineano l'importanza di integrare
lo screening della Pad nella pratica clinica quotidiana, in
medicina generale, per i pazienti a rischio", commenta Marta
Baviera, coordinatrice della ricerca e responsabile del
Laboratorio di prevenzione cardiovascolare dell'Istituto Mario
Negri. "La misurazione dell'Abi, effettuata in pochi minuti,
utilizzando uno strumento semplice e non invasivo, rappresenta
un primo approccio per poter individuare precocemente la
presenza di arteriopatia periferica. E questo è importante per
migliorare la gestione dei pazienti, controllando i fattori di
rischio e riducendo la probabilità di avere complicanze
cardiovascolari associate alla Pad".
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