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Allergie, con nuovo farmaco dieta libera per 60% bambini

Allergie, con nuovo farmaco dieta libera per 60% bambini

Studio del Bambino Gesù su anticorpo monoclonale omalizumab

ROMA, 05 novembre 2024, 12:15

Redazione ANSA

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Oltre il 60% dei bambini trattati con un nuovo farmaco per le allergie alimentari ha potuto adottare, dopo 12 mesi, un'alimentazione completamente libera. Il dato emerge da uno studio osservazionale dell'unità di Allergologia dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù, che evidenzia la riduzione del rischio di reazioni al contatto con l'alimento "incriminato" consentendo il recupero di una dieta meno severa e il miglioramento della qualità della vita. Ciò è possibile con la somministrazione dell'anticorpo monoclonale omalizumab, che mantiene innocui gli anticorpi IgE normalmente responsabili delle reazioni.
    Spesso affetti da malattie allergiche come dermatite atopica, rinite allergica e asma, i bambini suscettibili ad alcune categorie di alimenti generalmente innocui vedono scatenarsi una reazione che coinvolge via respiratoria, pelle e via digestiva, con possibile soffocamento e asma cardiovascolare, ipotensione e shock. Per loro la principale strategie erano fino a poco tempo fa evitare gli alimenti responsabili o la desensibilizzazione, mentre oggi è disponibile anche la via farmacologica.
    Al Bambino Gesù omazulimab è utilizzato già da 10 anni per la riduzione del rischio nei bambini con asma grave e allergia agli alimenti, e il nuovo studio dell'unità di Allergologia ha confermato che gran parte dei piccoli allergici può tornare a mangiare cibi che prima gli erano preclusi. Le soglie di reazione all'alimento vengono moltiplicate (per il latte 250 volte, per l'uovo 170 , per la nocciola 250 , per l'arachide 55 ) e il numero delle reazioni anafilattiche viene drasticamente ridotto (dai 98 casi registrati nei 12 mesi precedenti il trattamento farmacologico alle 8 reazioni durante il periodo di cura con l'anticorpo monoclonale). "Tutti i bambini del gruppo hanno potuto smettere di osservare l'etichettatura precauzionale degli alimenti", spiegano la dott.ssa Stefania Arasi, allergologa, prima autrice dello studio e il prof. Alessandro Fiocchi, responsabile di Allergologia del Bambino Gesù e coordinatore della ricerca. "I genitori e i pazienti si rilassano, il loro indice di qualità della vita viene normalizzato non dovendo più essere condizionati in maniera incombente dal mangiare per errore qualcosa di sbagliato. I dati osservazionali del nostro studio dovranno essere replicati in maniera prospettica, ma la terza via per una vita migliore per i bambini allergici alimentari è aperta".
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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