Nei primi nove mesi del 2024,
grazie ai Cau (Centro di Assistenza Urgenza), si è registrata
una flessione del 20% dei codici bianchi e del 10% dei codici
verdi nei pronto soccorsi dell'Emilia-Romagna, lasciando spazio
ai casi più gravi. Non solo. Gli accessi ai pronto soccorsi da
gennaio a luglio, complessivamente, sono diminuiti del 7%
rispetto allo stesso periodo del 2023. Un risultato che per
l'assessore regionale alla Salute, Raffaele Donini, non lascia
spazio a dubbi: "Il servizio funziona - dice - e abbiamo
raggiunto oltre 400mila accessi in 42 Cau che ovviamente non si
sono attivati nel corso dei mesi scorsi" e sono destinati ad
arrivare a quota 50 entro fine anno.
Lavorano in queste strutture 476 medici, la metà dei quali
specializzandi. Anche il 90% dei cittadini che si sono rivolti
ai Cau apprezzano il servizio. Il servizio è stato criticato dal
candidato alla presidenza dell'Emilia-Romagna per il
centrosinistra Michele de Pascale.
"I Cau - dice Donini - stanno facendo bene il loro mestiere,
che non è quello di fare concorrenza ai medici di base né
occuparsi di patologie complesse", ricorda Donini che sottolinea
come i dati raccolti finora siano i primi di un complesso
processo di riforma, che andrà affinato con il passare del
tempo.
Nei primi mesi di attività, secondo i dati forniti dalla
Regione, l'86% degli accessi ai Cau sono stati risolutivi e il
paziente ha lasciato le strutture con una diagnosi e una terapia
da seguire, dopo un'attesa media di meno di 90 minuti. Le
persone inviate ai pronto soccorso sono state circa il 6,5%,
contro il 10% degli inizi. Punto che per Donini sarà ancora da
migliorare. Cala anche l'età media dei pazienti: nella fascia
diurna il 64% ha meno di 64 anni. Anche i Cau collocati negli
ospedali, inprimi al Maggiore e al Sant'Orsola, stanno dando
esiti positivi. "Siamo pragmatici - conclude l'assessore - la
forza del progetto Cau è la sua flessibilità. Dove c'è da
aggiustare qualcosa si aggiusta, l'importante è il risultato".
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