L'iter processuale si è concluso
nei giorni scorsi, quando la sezione del tribunale di Napoli,
presieduta dal giudice Maria Rosaria Giugliano, ha riconosciuto
la colpevolezza del Ministero della Salute. Come spiega ancora
l'avvocato Tione "il caso degli eredi di D.L. è particolare, in
quanto gli stessi sono riusciti a dimostrare che è esistito il
nesso-collegamento tra la trasfusione di sangue subita nel 1985,
l'insorgenza e la diagnosi dell'epatite, l'evoluzione in cirrosi
e il decesso; a far condannare il Ministero della Salute per
omissione di controllo sul sangue; a far condannare il Dicastero
al risarcimento dei danni (fisici e morali) che spettavano a
D.L.; a far condannare il Ministero al pagamento dei danni
proprio per la perdita della relazione affettiva-familiare".
Per il legale della famiglia della vittima, "ora, vinta la
causa, che di certo non restituirà il proprio caro alla
famiglia, ma che ancora una volta sancisce la responsabilità
grave ed esclusiva dello Stato per le tante morti da sangue
infetto, viene il compito più arduo: spingere il Ministero a
pagare quanto meritatamente ottenuto davanti ad un tribunale in
tempi relativamente brevi".
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