Cartabellotta denuncia i tanti
problemi del Ssn. "Negli ultimi 15 anni - ricorda - tutti i
Governi, di ogni colore, hanno tagliato risorse o non finanziato
adeguatamente il Ssn sino a portare il nostro Paese ad essere in
Europa "primo tra i paesi poveri" in termini di spesa sanitaria
pubblica pro-capite", con un gap rispetto agli altri Paesi
europei che nel periodo 2010-2022 vale 333 miliardi di euro. "A
pagare le spese del progressivo definanziamento - spiega
Cartabellotta - è stato soprattutto il personale sanitario",
tanto che oggi "si moltiplicano pensionamenti anticipati,
licenziamenti volontari, fughe verso il privato o all'estero. Il
capitale umano che crede nel Ssn oggi è costretto ad alzare la
voce con ripetuti scioperi, per chiedere disperatamente di
rilanciare le politiche del personale sanitario". E a fronte di
un Ssn nato sotto il segno dell'equità, "ci troviamo oggi con 21
servizi sanitari profondamente diseguali, con una vera e propria
'frattura strutturale tra Nord e Sud, con i residenti nelle
regioni meridionali a cui non sono garantiti nemmeno i livelli
essenziali di assistenza. "E su questa frattura - chiosa il
Presidente - pende la mannaia dell'autonomia differenziata, che
senza definire e finanziare i Livelli Essenziali delle
Prestazioni, non potrà che amplificare le diseguaglianze,
legittimando normativamente il divario Nord-Sud e violando il
principio di uguaglianza nel diritto alla tutela della salute e
assestando il colpo di grazia al Ssn". Questa frattura tra Nord
e Sud, ricorda Cartabellotta, causa il triste fenomeno della
migrazione sanitaria, che vale 4,24 miliardi. Il presidente
della Fondazione Gimbe punta infine il dito sugli sprechi e
inefficienze e sull'espansione del privato accreditato. "Per
recuperare gli sprechi - sostiene
- servono la visione di un nuovo Ssn e coraggiose riforme sulle
modalità di finanziamento, riparto delle risorse,
programmazione, organizzazione e integrazione dei servizi
sanitari e socio-sanitari". E' necessario - conclude - un patto
sociale e politico che, prescindendo da ideologie partitiche e
avvicendamenti di Governi, riconosca nel Ssn un pilastro della
nostra democrazia, una conquista irrinunciabile e una grande
leva per lo sviluppo economico del Paese".
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