"Solidarietà ai colleghi con i quali
condividiamo problemi e preoccupazioni. Se necessario, anche la
Medicina Generale è pronta ad azioni di protesta". E' quanto
afferma Silvestro Scotti, Segretario Generale della Fimmg.
"Oggi - spiega - viene lanciato un primo, forte, messaggio sul
malessere che ormai da troppo tempo attanaglia chi lavora al
servizio della salute dei cittadini. Un'astensione che è anche e
soprattutto una richiesta d'attenzione affinché gli investimenti
in sanità siano commisurati alle reali esigenze del Paese. Come
lo sciopero di oggi, anche lo stato d'agitazione che la Medicina
Generale sta portando avanti è il sintomo di una situazione
ormai insostenibile se si vuole preservare un'assistenza di
prossimità capillare e capace di rispondere alle sfide della
cronicità". Dal mese di ottobre la Fimmg ha proclamato lo stato
di agitazione. "Una situazione - avverte Scotti - che, nei
prossimi mesi, se continuerà a muoversi su questo binario non
potrà che sfociare in importanti azioni di protesta".
A deludere e preoccupare i medici di medicina generale è in modo
particolare la nuova Legge di Bilancio che non prevede alcuna
risorsa aggiuntiva per il raggiungimento degli obiettivi di
politica sanitaria per l'area dei medici convenzionati e quindi
per la Medicina Generale.
Le carenze emergono con drammatica chiarezza anche dall'ultimo
rapporto OCSE, che dimostra come in Italia la spesa sanitaria
pro-capite sia di 586 euro più bassa rispetto alla media europea
e, soprattutto, che la carenza più marcata è quella dei medici
di medicina generale. "Guardando ai dati 2022, in media nei
Paesi dell'UE, solo circa un medico su cinque era medico di
famiglia, mentre i due terzi erano specialisti. E il dato che
vede i medici di medicina generale sotto la media europea,
rispetto agli specialisti, è purtroppo confermato anche per il
2023".
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