"Per ogni confezione gestita, i
distributori sostengono un costo di 90 centesimi, a fronte del
recupero di 60. Il calcolo è presto fatto e il risultato è di
segno negativo: una perdita secca di 30 centesimi a unità". È
quanto afferma in una nota Federfarma Servizi, l'associazione
delle società di farmacisti occupate nella distribuzione
intermedia di farmaci e dispositivi, riunita per l'annuale
convention a Roma.
"Dopo anni di appelli, qualcosa si muove", afferma il
presidente dell'associazione Antonello Mirone. Nella manovra,
infatti, è presente un articolo (il 57) che introduce una
"Rideterminazione delle quote di spettanza delle aziende
farmaceutiche e dei grossisti", aumentando il margine di questi
ultimi dello 0,65%. Inoltre, prevede un contributo aggiuntivo di
5 centesimi euro per ogni confezione di farmaco di classe A
distribuita, con un limite massimo di 50 milioni di euro per gli
anni 2026 e 2027. "Questi interventi potrebbero rappresentare
una boccata di ossigeno per un settore che, nonostante i
numerosi ostacoli, continua a svolgere un ruolo determinante
nella filiera della salute, con un impatto diretto e positivo
sulla vita della collettività", aggiunge Mirone.
Federfarma Servizi riunisce 19 aziende di farmacisti che
generano un fatturato complessivo di 5,3 miliardi di euro, con
10 mila farmacie servite e 850 milioni di confezioni di farmaci
movimentate. "La distribuzione intermedia è il ponte tra
l'industria farmaceutica e i cittadini, un anello della filiera
che non solo è indispensabile ma costituisce un servizio
meritorio per l'impegno quotidiano nel garantire il pieno
esercizio del diritto alla salute", aggiunge Monica Lupo,
direttore generale di Federfarma Servizi.
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