L'Ascoti, Associazione sindacale dei
chirurghi ortopedici e traumatologi italiani, aderisce allo
sciopero dei medici di domani indetto dall'Anaao-Assomed e da
Cimo-Fesmed. È quanto si legge in una nota del sindacato.
"Tuttavia, l'attenzione del sindacato non si ferma solo in
difesa dei medici dipendenti del Ssn. Il presidente Ascoti,
Michele Saccomanno e il vice presidente Giulio Maccauro,
d'accordo con il presidente Sicoop, Pietro Cavaliere e Mirka
Cocconcelli - si sottolinea - sono pronti ad adire le vie più
opportune, partendo dall'adesione allo sciopero già annunciato
dalla Cimop per il prossimo mese di dicembre, in difesa della
sanità privata e del mancato adeguamento contrattuale oramai
ventennale". Gli ospedali privati convenzionati con il Ssn,
afferma l'Ascoti, "forniscono il 30% delle prestazioni
sanitarie, come parte integrante del servizio pubblico,
rappresentando una forza determinante con prestazioni erogate
sovrapponibili a quelle erogate dalle strutture di diritto
pubblico. È incontrovertibile una forte sperequazione della
retribuzione di base tra dirigenti medici del Ssn e quelli
dipendenti della sanità privata. La mancanza di adeguamento
contrattuale non fa altro che penalizzare maggiormente le
professionalità che operano nelle strutture private". Ascoti
condivide dunque le richieste di Aiop e di Aris "affinché il
Governo si adoperi a stanziare dei finanziamenti ad hoc per il
rinnovo dei contratti dei medici della sanità privata".
"Non può esserci un trattamento discriminante e sperequativo
a livello economico, quale chiaro deprezzamento professionale.
Lo sciopero diverrà per tutti l'unica scelta obbligata ove il
Governo non ascolti richieste così chiare ed ineludibili",
conclude Ascoti.
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