"Bisogna intervenire rafforzando la
sanità pubblica. Sapere che in due anni la spesa sanitaria
pubblica è aumentata di sei miliardi è inutile, se non sappiamo
quanto è aumentata in percentuale sul prodotto interno lordo. Il
Governo si limita a parlare dell'aumento in cifra assoluta, ma
se l'euro si svaluta bisogna tener conto dell'aumento
dell'inflazione", così come bisogna tenere conto dell'aumento
dei costi sanitari. "Quindi ho l'impressione che, invece di un
aumento delle risorse, ci sia una stasi o una diminuzione, che è
il contrario di quello che deve essere fatto". Lo ha detto
all'ANSA il premio Nobel per la fisica Giorgio Parisi,
rispondendo in merito alle risorse previste in legge di
Bilancio, a margine del convegno dell'Associazione italiana
contro le Leucemie, i Linfomi e il Mieloma.
Le tecnologie sanitarie e le terapie innovative stanno
diventando sempre più complesse e costose. Di pari passo
aumenta l'età media della popolazione e la percentuale di
anziani con malattie croniche da assistere. Quindi, "c'è bisogno
di maggiori investimenti in sanità per poterle garantire a tutti
i cittadini che ne hanno bisogno", precisa il professore emerito
dell'Università di Roma Sapienza e già presidente dell'Accademia
Nazionale dei Lincei.
La scarsità di risorse per la sanità si riflette poi su una
minore attrattività della professione medica. "Quello che
succede è che se i medici in Germania e in altri Paesi europei
hanno stipendi doppi di quelli che ci sono in Italia, ci sarà
una fuga verso mercati del lavoro più attrattivi, oltre che
verso la sanità privata. Questo - ha concluso lo scienziato - è
già in corso e sta svuotando i nostri ospedali pubblici".
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