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Bambino Gesù, con Car-T curato 80% pazienti con leucemia acuta

Bambino Gesù, con Car-T curato 80% pazienti con leucemia acuta

Partnership con Fondazione Evangelisti presentata oggi a Roma

ROMA, 20 novembre 2024, 17:49

Redazione ANSA

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Raggiungimento di cura in oltre l'80% dei pazienti trattati affetti da leucemia acuta resistente o ricaduta ai trattamenti convenzionali, incluso il trapianto di midollo osseo. Questo il risultato dell'utilizzo della terapia genica con cellule Car-T presso l'Ospedale pediatrico Bambino Gesù, trattamento al centro della partnership con la Fondazione Evangelisti. Nata nel 2024 per volontà di Andrea e Matteo Evangelisti, presidente e ad di Airfire Spa, la fondazione sarà presentata in occasione della celebrazione del 50° anniversario di Airfire oggi a Roma.
    "Ad oggi i pazienti affetti da leucemia acuta a cellule B ricaduti precocemente dopo trapianto hanno una probabilità di cura quasi nulla. Per questi pazienti non è neppure possibile utilizzare terapie Car-T a partire dalle cellule del sistema immunitario prelevate dal loro stesso corpo, perché dopo il trapianto sono assenti o troppo scarse", afferma all'Ansa Concetta Quintarelli, responsabile Unità di terapia genica dei tumori Opbg. "Per poterli aiutare, il team del professor Franco Locatelli ha sviluppato un approccio decisamente innovativo, basato sull'utilizzo di cellule T derivate da donatore e geneticamente modificate per diventare Car-T per essere infuse nei pazienti. Si è riusciti così a raggiungere la completa eradicazione della malattia in tutti i 18 pazienti trattati, con assenza di malattia anche nel midollo osseo. Con un periodo di osservazione di ormai 24 mesi, 15 pazienti hanno mantenuto la risposta completa".
    Le Car-T ("Chimeric Antigen Receptor T cell therapies", terapie a base di cellule T esprimenti un Recettore Chimerico per antigene) sono cellule T modificate geneticamente e poi re-infuse per attivare la risposta immunitaria contro la malattia. "Viene inserito all'interno della cellula T un gene di codifica per un costrutto, una specie di 'antenna' specifica per riconoscere e eliminare il tumore, posta sulla membrana cellulare", continua Quintarelli. "Le ricerche continuano per poter allargare il trattamento anche ad altre forme di leucemia e linfoma, includendo sempre più pazienti in studi clinici", afferma, sottolineando però come in parallelo sia "necessario cominciare a ragionare sulla capacità e fattibilità di estendere la terapia a tutti pazienti che ne possono beneficiare, mediante meccanismi di autorizzazione centralizzata e rimborsabilità dal Ssn".
   

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