Nei prossimi 20 anni i casi di
demenza nel mondo raggiungeranno 140 milioni, rendendo la
demenza una priorità di salute pubblica. In Italia oltre due
milioni di persone hanno un disturbo neurocognitivo maggiore o
una forma di declino cognitivo lieve e ben quattro milioni sono
i loro familiari. Sono i dati forniti in occasione del XVII
convegno 'I Centri per i Disturbi Cognitivi e le Demenze e la
gestione integrata della demenza' presso l'Istituto Superiore di
Sanità, che sottolinea come tra le azioni messe in campo in
Italia grazie al rifinanziamento del Fondo Alzheimer per 34,9
milioni figurano alcune strategie di promozione della
prevenzione, che potrebbero evitare fino a 450mila casi. Sarà
anche svolto un trial clinico per testare un software 'made in
Italy' per la stimolazione cognitiva.
In questo quadro sta arrivando per alcuni pazienti il farmaco
lecanemab (da pochi giorni autorizzato da Ema), la cui
somministrazione in Italia richiederà uno sforzo organizzativo
cui non tutti i Centri per i Disturbi Cognitivi e le Demenze
sono pronti.
"Il momento attuale è delicato", spiega Nicola Vanacore,
direttore dell'Osservatorio Demenze dell'Iss. Il Fondo
consentirà la realizzazione di "progettualità che coinvolgeranno
circa 120 Asl e 2000 professionisti di Regioni e Province
autonome, in linea con 5 linee strategiche su diagnosi precoce e
tempestiva, telemedicina, teleriabilitazione e trattamenti
psico-educazionali, cognitivi e psicosociali". Otto saranno le
attività specifiche condotte dall'Osservatorio demenze dell'Iss.
Per la prima volta in Italia, verrà definita e realizzata una
strategia di disseminazione e implementazione della linea guida
"Diagnosi e trattamento di demenza e Mci", per raggiungere gli
oltre 530 Centri per disturbi cognitivi e demenze, 440 Centri
diurni e 1600 Rsa. Sarà inoltre definito un piano nazionale di
formazione dei professionisti sanitari e sociosanitari e di
informazione e supporto per i familiari e caregiver. Sarà
definito un programma per la promozione di strategie per la
prevenzione primaria e secondaria, mediante le quali si potrebbe
arrivare a evitare fino a 450.000 casi di demenza in Italia.
"Poi sarà condotto un trial controllato randomizzato su un
software per la stimolazione cognitiva dell'Azienda ospedaliera
di Padova su 450 persone con demenza cognitiva lieve e demenza
presso 22 Centri di 15 Regioni", aggiunge Vanacore.
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