"Un assist a chi a monte vuole sviare
l'attenzione dal problema reale". Così Antonio De Palma,
presidente del sindacato Nursing Up, rispetto al crescente
dibattito sulla prescrizione infermieristica che "non è il punto
centrale della questione". Il problema, spiega, "è la pretesa di
implementare le nuove lauree magistrali a indirizzo clinico,
senza l'introduzione di doverose norme di accompagnamento":
riforme "senza visione" che "rischiano di diventare un harakiri
per la fragile sanità italiana".
Per quanto riguarda la prescrizione, "si tratta di un'attività
che in oltre dieci Paesi europei è già una realtà ben
consolidata, non esiste giustificazione per timori eccessivi o
malintesi", afferma De Palma, che cita Spagna e Nord Europa in
cui gli infermieri "da tempo hanno la facoltà di prescrivere non
solo presidi, ma anche farmaci selezionati, oltre a test
diagnostici". Essi "possiedono già ora le competenze per
assumere tale tipo di responsabilità, seguono percorsi
universitari complessi, che li abilitano a identificare i
bisogni assistenziali e a formulare diagnosi infermieristiche ai
propri livelli di funzione".
Era davvero necessario, si chiede il presidente Nursing Up,
"annunciare l'epocale creazione di nuove lauree magistrali
infermieristiche, senza introdurre norme di accompagnamento, e
senza consultare formalmente le parti sindacali coinvolte?".
Nuovi laureati che "non sono stati ancora riconosciuti e
valorizzati a livello contrattuale" e non potranno trovare
collocazione se non nei posti a disposizione nell'area elevata
qualificazione del Ccnl sanità, che "si contano sulle dita di
una mano". Oltre, sottolinea, a condannare il laureato
magistrale infermiere di domani a "essere considerato di serie
B" rispetto ai magistrali di altre professioni, che "occupano
posizioni remunerative e valorizzate nei Ccnl della dirigenza".
Per De Palma occorrono norme di accompagnamento di tipo
strutturale e serve concentrarsi "su tutte le professionalità
dell'assistenza", poiché "senza un degno piano organizzativo" si
corre il rischio di abbassare la qualità e creare "figure 'super
evolute' che potrebbero non trovare la collocazione che
meritano".
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