Per il fegato in parte trapiantato
alla bimba a Torino il Centro nazionale trapianti di Roma,
diretto da Giuseppe Feltrin, aveva diramato l'offerta d'organo
per i pazienti pediatrici più urgenti ai Coordinamenti
regionali. Il Coordinamento regionale trapianti del Piemonte,
diretto da Federico Genzano, aveva trasmesso l'offerta a
Romagnoli, che aveva subito accettato la parte sinistra per
trapiantare la piccola. Nella sala operatoria dell'ospedale
veneto si è trovata quindi a intervenire per la delicata
operazione di divisione del fegato per trapianto (il cosiddetto
split) l'équipe del Centro di Torino, composta da Giorgia
Catalano e Davide Cussa, in collaborazione con l'équipe
dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, destinatario
della parte destra (più grande) del fegato del donatore.
In sala operatoria alle Molinette di Torino intanto la
piccola veniva preparata dagli anestesisti dell'Anestesia e
rianimazione 2, diretta da Roberto Balagna.
Durante il lungo tempo in sala operatoria alle Molinette, si
sono avvicendati gli anestesisti Angelo Panio, Luca Cremascoli,
Patrizia Andruetto e Stefano Skurzak, oltre che innumerevoli
infermieri e operatori socio-sanitari esperti nel trapianto di
fegato.
Per permettere questo intervento sono state utilizzate
numerose unità di sangue pediatriche, grazie ai donatori della
Banca del sangue e immunoematologia della Città della salute di
Torino, diretta da Marco Lorenzi. "Anche in questa occasione il
sistema trapianti della nostra regione Piemonte si conferma ai
massimi livelli italiani con un trapianto di rara difficoltà.
Voglio ringraziare tutte le famiglie dei donatori di organi e
tutti i donatori stessi di sangue che permettono ai nostri
professionisti di compiere miracoli come questo" dichiara
Federico Riboldi, assessore alla Sanità della Regione Piemonte.
"Una storia a lieto fine, che ancora una volta diventa
esempio delle eccellenze della nostra Città della salute, del
valore dei nostri professionisti e della collaborazione
imprescindibile tra i nostri ospedali. Collaborazione che ha
permesso di salvare la vita di una piccola neonata" dichiara
Giovanni La Valle, direttore generale della Città della salute
di Torino.
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