(di Manuela Correra)
Cure dentali low cost, concentrate in
pochi giorni, con offerte 'tutto compreso' verso Paesi extra Ue.
Sono 200mila gli italiani che, lo scorso anno, hanno optato per
il 'turismo dentale' scegliendo di curarsi i denti all'estero a
causa dei costi spesso elevati. Un fenomeno in crescita che pone
però dei seri rischi per la salute, tanto che Fratelli d'Italia
(FdI) ha annunciato che porrà la questione all'esame della
sessione plenaria del Parlamento europeo a Strasbugo in
programma dal 21 al 24 ottobre. L'obiettivo è avviare un
dibattito legislativo per fissare standard minimi di sicurezza
per le cure odontoiatriche nei Paesi extra europei e informare i
cittadini sui rischi cui possono andare incontro.
Durante la sessione plenaria del Parlamento Europeo,
l'eurodeputato Michele Picaro (Ecr-FdI) proporrà infatti di dare
priorità a questo tema: "Il turismo dentale nei Paesi extra-UE -
spiega - rappresenta un rischio crescente per i cittadini
europei. È fondamentale garantire un'informazione chiara sui
pericoli derivanti da cure odontoiatriche non regolamentate, con
particolare attenzione alla formazione del personale medico, ai
tempi biologici di recupero e alle cure post-operatorie". Picaro
cita dati preoccupanti: "Secondo la British Dental Association,
il 70% dei pazienti che si sottopongono a cure dentali
all'estero, spesso in Albania, Croazia, Romania o Turchia,
sperimenta complicazioni, quali infezioni e ascessi. Circa un
terzo dei pazienti italiani necessita di ulteriori interventi
correttivi al rientro, rendendo vano il risparmio economico
iniziale". Da qui, sottolinea, la necessità di "intervenire a
livello europeo per regolamentare e tutelare i nostri cittadini.
Non possiamo permettere che la ricerca di cure economiche si
traduca in un rischio per la salute e in costi successivi ben
più elevati". Ma le cure dentali pesano sempre di più sul
portafoglio degli italiani, e questo ha determinato negli ultimi
anni una impennata del turismo dentale alla ricerca di
interventi - dalle protesi agli impianti - a prezzi
concorrenziali. Anche se "un paziente su tre si trova poi con la
bocca da rifare dopo 3-6 mesi e con costi triplicati", conferma
la Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIdP). È
l'Albania, con circa 50 mila italiani ogni anno, la meta più
gettonata per il turismo dentale, seguita da Croazia, Romania e
Turchia, ma molto spesso al rientro in Italia serve intervenire
di nuovo per rimediare a errori o eventi avversi. Nel 60% dei
casi si tratta di problemi gravi, come infezioni, ascessi o
difficoltà a masticare, che fanno saltare protesi e impianti e
impennare i costi delle nuove cure.
Soddisfatto per l'iniziativa annunciata, per cui la questione
verrà esaminata dall'Europarlamento, si dice il presidente SIdP
Francesco Cairo: "E' importante che la politica si mostri
sensibile ad una tematica così importante che riguarda migliaia
di cittadini. Si va infatti - afferma all'ANSA - nella direzione
della tutela della salute, pur restando l'inalienabile libertà
di scelta dei pazienti. Il nodo sono le difficolta economiche,
ma quasi sempre questo tipo di scelta nelle cure porta a forti
criticità con quadri clinici ben peggiori della situazione
iniziale". Quindi, sottolinea, "cercare di regolamentare questo
fenomeno del turismo dentale verso Paesi extra Ue è cruciale,
dal momento che, al contrario di quanto accade nei Paesi
europei, in nazioni fuori dall'Ue gli standard di sicurezza e
qualità delle cure spesso non vengono garantiti". Fondamentale
inoltre, avverte l'esperto, è anche puntare sulla prevenzione:
"Banalmente, è determinante insegnare ai bambini a lavarsi bene
i denti sin da piccoli, e poi andare dal dentista per
controllarsi almeno una volta l'anno, 'investendo' appunto nella
prevenzione". In questo modo, conclude Cairo, "nel medio e lungo
periodo potremo avere soggetti adulti sani, ma è necessario
lavorare su un sistema di interventi pianificati sin dalla
giovane età".
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