E' "un risultato - sottolinea
Campitielli - che rispetta l'impegno preso dal ministro
Schillaci e che abbiamo ottenuto con il contributo delle
Regioni. La collaborazione e la sinergia si rivelano ancora una
volta fattori strategici per rafforzare la tutela della salute".
Sarà successivamente valutato un "eventuale allargamento
progressivo - si legge nell'intesa sancita in Conferenza
Stato-Regioni 'Attività per l'accesso universale dei neonati
all'immunizzazione passiva contro il Virus Respiratorio
Sinciziale (VRS)' - a tutta la coorte 2024 in base all'andamento
del progetto".
Il via libera alla campagna di immunizzazione per tutti i
neonati in tutte le regioni italiane è arrivato dopo che, nelle
scorse settimane, non sono mancate le polemiche. L'avvio di una
interlocuzione con l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) per
procedere al trasferimento del Nirsevimab-Bey dai farmaci in
fascia C a quelli in fascia A, dunque a carico del Ssn, era
stato annunciato e comunicato in una nota alle Regioni dal
ministero della Salute lo scorso settembre proprio "in
considerazione dell'aumentata incidenza del Vrs nella
popolazione pediatrica". Ma l'annuncio è giunto dopo che una
precedente circolare - datata 18 settembre - aveva allertato le
Regioni in piano di rientro (Lazio, Abruzzo, Molise, Campania,
Calabria, Puglia, Sicilia), dunque prevalentemente al Sud, in
merito all'opportunità di garantire autonomamente la
somministrazione di questo farmaco gratuitamente pur non essendo
ancora incluso nei Livelli essenziali di assistenza.
Successivamente, a inizio ottobre, in una nota indirizzata al
ministero della Salute, l'Istituto superiore di sanità (Iss)
aveva rilevato come la somministrazione a tutti i nuovi nati (e
non soltanto ai neonati che presentano condizioni di rischio o
fragilità) dell'anticorpo monoclonale potrebbe non essere
opportuna e comportare anche dei potenziali rischi. Una
indicazione immediatamente contestata da pediatri e neonatologi,
oltre che dal board del Calendario vaccinale per la vita, di cui
fanno parte anche medici di famiglia ed igienisti. Oggi la
svolta con l'intesa approvata, che sancisce come
l'immunizzazione sarà "universale" riguardando, appunto, tutti i
neonati nella coorte indicata.
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