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La prevenzione del tumore al seno, dopo il vaporetto rosa arriva il bus rosa

La prevenzione del tumore al seno, dopo il vaporetto rosa arriva il bus rosa

La promotrice delle iniziative, l'imprenditrice veneziana Rachele Sacco

ROMA, 23 ottobre 2024, 18:21

Redazione ANSA

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La mozione 'bipartisan' per l'estensione e l'implementazione delle misure di prevenzione contro il tumore al seno, presentata a Palazzo Madama su iniziativa delle senatrici di IV Raffaella Paita e Daniela Sbrollini, alla presenza del ministro della Salute Orazio Schillaci, è salutata con grande favore anche da molte associazioni e dai tanti volontari che si battono da sempre per prevenire questa patologia e per ridurre l'età dello screening.


    Tra questi, c'è l'imprenditrice veneziana Rachele Sacco, nota per essere l'ideatrice del 'Vaporetto rosa', un'iniziativa ormai nota in laguna alla quale è seguita anche quella del 'Bus rosa'.
    "Anni fa, esattamente nel 2018 - racconta questa giovane donna che ha appena compiuto i 40 anni e che si impegna come volontaria per la Lilt - ho avuto l'idea di trasformare un vaporetto in una sorta di presidio medico per informare e visitare le donne che magari, anche solo per paura, non si presentano nelle strutture ospedaliere per farsi controllare. E la società dei vaporetti lo ha gentilmente concesso". Da allora quella del 'Vaporetto rosa' è diventata una realtà importante.


    Ogni lunedì di ottobre, che è il mese mondiale per la prevenzione del tumore al seno, a bordo del Vaporetto Rosa, i dottori della Breast Unit dell'Ospedale dell'Angelo effettuano visite senologiche gratuite. E stessa cosa, via terra, lo si fa a bordo del 'Bus rosa', una sorta di 'caramella gigante' che si sposta per le principali città del Veneto sempre per invogliare le donne a non trascurarsi perché "la prevenzione - sottolinea Rachele Sacco - ti salva la vita". E anche per questo autobus, che concluderà la 'campagna di prevenzione' il 30 ottobre a Treviso, l'imprenditrice racconta di essere riuscita a farsene dare uno da una società di cui conosceva il proprietario e di averlo trasformato per diventare anche quello "un modo sicuro per aiutare le donne" attraverso "la sanità pubblica".

"Perché - osserva - se ci si rivolge prima alla sanità privata e poi ci si scopre malate, si deve ricominciare lo screening tutto da capo nel pubblico". "Quindi tanto vale rivolgersi subito al pubblico - è il suo appello - perché i mezzi ci sono". Il ministro Schillaci infatti nel suo intervento al Senato ha spiegato come le 'Brest Unit', le equipe formate da senologi, oncologi, psicologi e altri specialisti, "sono considerate in Europa un esempio da seguire". Tra le varie iniziative che porta avanti Rachele Sacco insieme a Ermelinda Damiano, la Presidente del Consiglio Comunale di Venezia con la quale ormai è diventata amica, c'è anche quella della 'Voga in Canal Grande' alla quale partecipano "tutte le donne che sono state operate" e che ora risultano guarite. "In Veneto l'età dello screening è già stata abbassata a 45 anni - racconta Rachele Sacco - e spero che questo possa avvenire in ogni Regione". 
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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