(di Manuela Correra)
Immunizzazione in tutta Italia e per
tutti i neonati, a partire da novembre, contro il Virus
respiratorio sinciziale (Vrs), causa di infezioni anche gravi
come la bronchiolite. La Conferenza Stato-Regioni ha infatti
approvato l'intesa che sancisce il via libera alla compagna
mirata a proteggere dal virus tutti i piccoli che nasceranno a
partire da novembre e quelli nati nei 100 giorni precedenti,
ovvero da fine luglio, utilizzando l'anticorpo monoclonale
Nirsevimab che ha dimostrato di prevenire il 90% delle
ospedalizzazioni.
Il piano di immunizzazione riguarderà anche i bambini fragili
con meno di 24 mesi e sarà successivamente valutato un
"eventuale allargamento progressivo - si legge nell'intesa
approvata - a tutta la coorte 2024 in base all'andamento del
progetto". Quanto alla ripartizione delle dosi tra le Regioni, è
stato stabilito un meccanismo di "cessione solidale" del 20% di
queste ultime da parte di quelle che hanno già concluso la gara
d'acquisto "al fine di soddisfare il fabbisogno delle Regioni
sprovviste dell'anticorpo monoclonale".
"Siamo riusciti a stanziare 50 milioni di euro per consentire
un accesso equo a tutti i neonati già per questa stagione
invernale - afferma all'ANSA Maria Rosaria Campitiello, Capo
Dipartimento della Prevenzione del ministero della Salute -. E'
un risultato che rispetta l'impegno preso dal ministro Schillaci
e che abbiamo ottenuto con il contributo delle Regioni. La
collaborazione e la sinergia si rivelano ancora una volta
fattori strategici per rafforzare la tutela della salute".
L'attività, chiarisce l'accordo, "verrà avviata da novembre. La
durata iniziale sarà di 6 mesi, con possibilità di estensione in
base ai risultati e alla disponibilità di risorse". La dotazione
iniziale, si precisa, sarà di 50 milioni di euro, da approvare
entro metà novembre nell'ambito del riparto del Fondo sanitario
nazionale 2024. Il Vrs, si sottolinea inoltre nel documento, "è
una delle principali cause di infezioni respiratorie gravi nei
bambini al di sotto dei due anni, con conseguenze potenzialmente
fatali per i neonati e i prematuri". Il virus, infatti, causa
ogni anno nel mondo la morte di circa 100mila bambini sotto i 5
anni. In Italia, nel 2023, si sono registrati 15mila ricoveri
per bronchiolite, di cui 3mila in terapia intensiva, e ci sono
stati 16 decessi.
Soddisfatto il presidente della Società italiana di
neonatologia, Luigi Orfeo: "Bene l'aver trovato una 'camera di
compensazione' con un meccanismo solidale per assicurare subito
la disponibilità di dosi a tutte le Regioni. Questo - afferma
all'ANSA - consentirà di evitare una diseguaglianza
nell'assistenza sul territorio, cosa che sarebbe stata
inaccettabile. L'azienda produttrice ha infatti assicurato una
copertura per il 75% dei neonati e tale meccanismo permetterà
una copertura totale". Bene anche i tempi della misura: "La
stagione epidemica sta per iniziare ed il picco è previsto tra
novembre e dicembre. La campagna da inizio novembre consentirà
dunque di proteggere dai rischi tutti i neonati". Il via libera
è tuttavia arrivato dopo che, nelle scorse settimane, non sono
mancate le polemiche. L'avvio di una interlocuzione con
l'Agenzia italiana del farmaco per il trasferimento del
Nirsevimab dai farmaci in fascia C a quelli in fascia A, a
carico del Ssn, era stato annunciato alle Regioni dal ministero
della Salute lo scorso settembre proprio "per l'aumentata
incidenza del Vrs nella popolazione pediatrica". Ma l'annuncio è
giunto dopo che una precedente circolare aveva allertato le
Regioni in piano di rientro, prevalentemente al Sud, in merito
all'opportunità di garantire autonomamente la somministrazione
dell'anticorpo gratuitamente. Successivamente, a ottobre, in una
nota al ministero della Salute, l'Istituto superiore di sanità
aveva rilevato come la somministrazione a tutti i nuovi nati (e
non soltanto ai neonati fragili) dell'anticorpo potrebbe non
essere opportuna e comportare dei rischi. Una indicazione
contestata da medici, pediatri e neonatologi. Oggi la svolta con
l'intesa approvata, che sancisce definitivamente che
l'immunizzazione sarà "universale".
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