La componente 'umana' viaggia a velocità ben diverse da quelle d'intelligenza artificiale, anche quando si utilizza l'IA per accelerare i processi di lavoro nel settore automotive e del post-vendita.
Come ha detto nell'ambito del secondo Autopromotec Talks al Volvo Studio di Milano Cinzia Carbone head of sales Italy, Malta, Greece & Cyprus di Solera, lo specialista di soluzioni integrate di software per l'automotive.
E' la stessa natura umana ad avere difficoltà ad accettare, comprendere e fare proprie le novità offerte da questa tecnologia che invece ha - ha sottolineato - una spinta ad evolversi continuamente con una curva di apprendimento esponenziale ben diversa dalla curva di apprendimento lineare dell'intelligenza umana. Il rischio è che l'IA venga percepita come una tecnologia in "competizione" con le qualità professionali del singolo, mentre dovrebbe venire applicata come una tecnologia per potenziare l'attività umana. E' vero che le grandi realtà, come le compagnie assicurative, hanno già iniziato ad utilizzare sistemi supportati dalla IA, ad esempio, per la compilazione automatica delle pratiche sui sinistri.
Ma per le realtà più piccole, come i riparatori oppure gli studi peritali, è necessario comunicare molto bene i vantaggi in termini di risparmio di tempo e di qualità del lavoro che si possono ottenere. Bisogna quindi lavorare sulle barriere conoscitive della filiera.
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