Il mercato russo dell'auto, in gran
parte abbandonato dalle Case occidentali all'inizio del 2023
dopo l'invasione dell'Ucraina e dopo l'applicazione delle
sanzioni, è rapidamente diventato terreno di conquista (quasi
assoluta) dei costruttori cinesi.
Come evidenzia WardsAuto, la situazione di monopolio ha portato,
assieme alla scarsità di prodotto, ad un ingiustificato aumento
dei prezzi tanto che oggi il prezzo medio di una vettura cinese
venduta in Russia supera il corrispettivo di 29-30mila euro.
Il mercato russo, tra l'altro, è ancora molto ricettivo nei
confronti dei tradizionali brand occidentali che si vendevano (o
producevano) ufficialmente, tanto che marchi come Kia, Hyundai,
Renault e Volkswagen vengono venduti anche oggi ma tramite
importazioni parallele, con prezzi ulteriormente aumentati.
La recente riunione dei Paesi Brics (Brasile, India, Cina e
Sudafrica a cui si sono aggiunti o stanno per farlo Etiopia,
Egitto, Iran e Emirati Arabi Uniti) che si è svolta nella città
russa di Kazan ha offerto, al riguardo, l'opportunità da parte
del russi e dei potenziali 'partner' automobilistici esterni
alla galassia cinese di ipotizzare nuovi scenari di
collaborazione e di vendita.
Sebbene non siano stati raggiunti accordi vincolanti durante
il summit - ricorda WardsAuto - piani per avviare presto
esportazioni di auto su larga scala in Russia sono stati
confermati da Case automobilistiche indiane, iraniane e di
alcuni stati del Medio Oriente e dell'Africa.
Sergey Katyri, presidente della camera di commercio e
dell'industria della federazione russa, ha dichiarato alla
rivista economica Izvestia che le Case automobilistiche indiane
in particolare potrebbero mettere piede nel segmento economico
del mercato automobilistico nazionale.
Katyrin ha detto che Tata Motors indiana potrebbe essere
considerata un modello promettente per le vendite nella
Federazione Russa. A questo potrebbero aggiungersi le auto
iraniane, già arrivate in Russia nel 2023 tramite importazioni
parallele.
Si tratta principalmente delle berline Tara prodotte dalla
Iran Khodro e del crossover Quik e della berlina Saint S
dell'altra Casa iraniana Saipa (che in passato ha prodotto su
licenza modelli Citroen e Renault). Tutti questi modelli
potrebbero essere considerati accessibili rispetto al marchio
nazionale Lada, i cui prezzi sono aumentati notevolmente negli
ultimi anni.
Oltre alle auto iraniane e indiane, potrebbero sbarcare in
Russia modelli africani. Come i modelli elettrici della ugandese
Kiira Motors Corp. di proprietà statale. I Paesi africani sono
più interessati all'assemblaggio congiunto di auto che alle
esportazioni in Russia.
Una conferma è arrivata dall'ambasciatore della Repubblica
Centrafricana in Russia, Leon Dodonu-Punagaza, che ha affermato
che il Paese desidera collaborare con la russa UAZ per
assemblare modelli come il suv Patriot.
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