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ANSAcom - In collaborazione con Ancc-Coop
"Mi vengono i brividi a pensare che questi podcast sono tratti da storie vere, brutte storie che però hanno un 'recupero' grazie all'intervento di qualcuno di individuare il 1522 come elemento di aiuto. E questo ci rafforza ulteriormente nel nostro percorso di collaborazione per noi importantissima con il 1522 e Differenza Donna e ci rafforza nel dire che non bisogna fermarsi a parlare del problema ma concentrarsi per uscirne". A dirlo è Maura Latini, presidente Coop Italia, che assieme a Elisa Ercoli, presidente di Differenza Donna (l’associazione che gestisce il 1522, il numero antiviolenza della presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento Pari Opportunità), ha presentato all’Ipercoop di Euroma2 nella Capitale la seconda edizione della campagna di informazione e sensibilizzazione “Il silenzio parla” alla vigilia del 25 novembre “Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne” e a quasi un anno esatto dal femminicidio di Giulia Cecchettin."Lo scorso anno - aggiunge - ci siamo affidate alla voce delle donne, voce che di solito non hanno, con i podcast che raccontavano le loro storie di violenza subita. Il passo di quest'anno, cioè far parlare gli uomini, non è per niente scontato. Ormai è inconcepibile che la violenza sulle donne sia un problema solo delle donne, uomini e donne devono combatterla, è un problema della società tutta. Pochi uomini sono violenti, la gran parte non lo è ma questi uomini devono prendere posizione e aiutare a debellare questa piaga ormai insopportabile. Noi della Coop lo facciamo con quello che sappiamo fare meglio. Gestire negozi, entrare nelle case, abbiamo soci attenti ai diritti delle persone, abbiamo una forza lavoro composta al 70% di donne, i nostri Cda sono per il 53% fatti da donne, siamo un mondo al femminile e ci vogliamo mettere a disposizione per una battaglia così importante". Maura Latini conclude spiegando che "bisogna aiutare a uscire le vittime dal proprio silenzio e comprendere qual è la strada per aiutare. Perché altrimenti siamo tutti un po' impotenti. Invece più diffondiamo le informazioni e più riusciamo a rompere questo muro di silenzio che caratterizza la violenza. Le forze dell'ordine ci sono, ma arrivano quando è troppo tardi. Bisogna fare il possibile prima".
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