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ANSAcom - In collaborazione con Ancc-Coop
"Il diritto di tutte le donne a sentirsi protette non è negoziabile". "È responsabilità di tutti, anche di noi uomini non violenti". "Non possiamo aspettare che ci pensino gli altri". La voce dell'attore Ignazio Oliva risuona forte e chiara, le sue parole sono come frecce che fendono l'aria e vanno dritte al bersaglio. E le persone stanno lì ad ascoltare. Donne e uomini, giovani e anziani, qualche bimbo saltellante. A fare da palcoscenico non c'è un teatro ma un grande supermercato della Coop e gli spettatori spingono un carrello o riempiono qualche sporta. Ma si fermano perché il messaggio non può aspettare. Alla vigilia del 25 novembre “Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne” e a quasi un anno esatto dal femminicidio di Giulia Cecchettin (senza dimenticare le migliaia di donne vittime che l'hanno preceduta e il centinaio già ucciso dopo di lei), la Coop rinnova la sua collaborazione con Differenza Donna (l’associazione che gestisce il 1522, il numero antiviolenza della presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento Pari Opportunità) e lancia la seconda edizione della campagna di informazione e sensibilizzazione “Il silenzio parla”. L'iniziativa, che si svolge per il terzo anno consecutivo, è stata presentata nell’Ipercoop di Euroma2 nella Capitale da Maura Latini, presidente Coop Italia, ed Elisa Ercoli, presidente di Differenza Donna.Dopo i biscotti del 2023, quest’anno arriva "la pasta Basta" in un pacco total white (800mila le confezioni distribuite) e la shopper in cotone (44mila), disegnata dalla fumettista attivista Anarkikka, collegate e un QRcode che rimanda a podcast che raccontano, per la prima volta dal punto di vista maschile e con voci maschili, le storie vere di donne e uomini sopravvissuti alla violenza. Storie vere, raccolte dalle operatrici dei Centri antiviolenza di Differenza Donna (+RPT+ dalle operatrici dei Centri antiviolenza di Differenza Donna) ascoltabili sul sito coop1522.it e su Spotify e interpretate dagli attori Francesco Migliaccio, Edoardo Barbone e Giacomo Ferraù sulle note del compositore Fabrizio Campanelli, che ha donato gratuitamente il suo brano per questo progetto. Le storie saranno anche ascoltate nei punti vendita grazie a Radiocoop nell’intera giornata del 25 novembre. Nei racconti Francesco che vede dei lividi strani sulle braccia e il collo della collega e la accompagna in un centro antiviolenza; papà Roberto che vede spegnersi sul volto della figlia Giulia quel sorriso sempre presente e teme sia colpa del nuovo fidanzato; Marco, definito un orfano speciale, un ex bambino che ancora incapace di difendersi e di difendere ha visto il papà portargli via per sempre la mamma, uccisa dopo anni trascorsi nella violenza; il coach di pallavolo Gabriele, che non capisce che nella sua palestra, in quella che lui definisce la sua famiglia, si annida un fisioterapista abusante. Secondo l'Istat che monitora il servizio 1522, i dati relativi al primo e secondo trimestre del 2024 parlano di un andamento in evidente crescita. In particolare, il primo trimestre, rispetto all’anno precedente, vede un incremento dell’83,5% delle chiamate valide (17.880 in termini di valori assoluti). Tale incremento si conferma anche nel secondo trimestre dando un elemento di speranza che però vede ancora di dimensioni enormi il fenomeno dell’under-reporting: i tre quarti delle vittime che si rivolgono al servizio non denuncia la violenza subita alle autorità competenti (il 70,9%) e i motivi della mancata denuncia si devono principalmente alla paura e alla paura della reazione del violento (28,2%). Tra i motivi che inducono le vittime a chiedere aiuto va osservato lo stalking che registra un maggiore incremento rispetto agli stessi trimestri dell’anno precedente (rispettivamente +74,9% nel primo trimestre e +24,8% nel secondo semestre). Tra i due trimestri del 2024 decrescono sensibilmente le chiamate che segnalano un caso di violenza: sono 374 contro le 680 del primo trimestre. Più della metà delle vittime (55,8% nel primo trimestre e 60,7% nel secondo trimestre) dichiara di aver subito per anni la violenza. L’altro dato che conferma nel tempo la dinamica della violenza riportata al 1522 riguarda il luogo dove avviene la violenza: nei due trimestri del 2024 rimane pressoché costante la percentuale di vittime (74,3%) che indica la casa come il luogo della violenza. Questo conferma l’elevata percentuale dei casi di violenza assistita: nei due trimestri considerati oltre la metà delle vittime rispondenti (57,3%) aveva figli e di queste il 31,5% dichiara di avere figli minori. Sempre nei due trimestri presi complessivamente, la percentuale di vittime che dichiara che i propri figli hanno assistito e subito la violenza è del 18,9%, mentre nel 32,3% di casi i figli hanno solo assistito.
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