Un Osservatorio biodiversità per scoprire segreti natura
Progetto Ue VIVA finanzia monitoraggio dati e nuovi studi
23 gennaio, 15:01 (ANSA) - BRUXELLES, 23 GEN - Non solo stambecchi, camosci e
stelle alpine: la natura protetta della Valle d'Aosta ospita
miriadi di specie animali e vegetali ancora tutte da scoprire,
come libellule, coleotteri e ragni. A fare il punto sui dati e a
compiere nuovi studi è l'Osservatorio della biodiversità, grazie
al finanziamento di 450mila euro nell'ambito del progetto VIVA
(Valle d'Aosta unica per natura), partito a metà del 2010 e che
si concluderà a maggio di quest'anno.
"L'Osservatorio della biodiversità costituisce uno strumento di monitoraggio e gestione dei dati ambientali a livello regionale" spiega Isabella Vanacore Falco, la direttrice del museo di scienze naturali della Valle d'Aosta, che lo ospita.
"Siamo partiti raccogliendo tutti gli studi e le informazioni scientifiche disponibili sulle aree protette, per creare una banca dati completa su flora, fauna, diversi habitat e le relative normative".
"Un ottimo lavoro sulla flora a livello regionale - racconta Vanacore Falco - è già stato fatto, mentre c'è ancora qualche carenza di dati sulla fauna: per questo stiamo studiando specie come i coleotteri, le libellule, i ragni". Tutti animali che tra l'altro costituiscono dei formidabili indicatori della "salute" degli habitat in cui vivono. Il lavoro dell'osservatorio copre molte delle aree protette della regione, cioè oltre il 30% del territorio.Un patrimonio che in Valle d'Aosta, oltre al Parco nazionale Gran Paradiso, al Parco naturale Mont Avic, conta dieci riserve naturali regionali, ventotto aree tutelate dalla direttiva europea Habitat, di cui ventisette già classificate come Zone Speciali di Conservazione e da cinque Zone a Protezione Speciale in base alla direttiva Uccelli. (ANSA)
"L'Osservatorio della biodiversità costituisce uno strumento di monitoraggio e gestione dei dati ambientali a livello regionale" spiega Isabella Vanacore Falco, la direttrice del museo di scienze naturali della Valle d'Aosta, che lo ospita.
"Siamo partiti raccogliendo tutti gli studi e le informazioni scientifiche disponibili sulle aree protette, per creare una banca dati completa su flora, fauna, diversi habitat e le relative normative".
"Un ottimo lavoro sulla flora a livello regionale - racconta Vanacore Falco - è già stato fatto, mentre c'è ancora qualche carenza di dati sulla fauna: per questo stiamo studiando specie come i coleotteri, le libellule, i ragni". Tutti animali che tra l'altro costituiscono dei formidabili indicatori della "salute" degli habitat in cui vivono. Il lavoro dell'osservatorio copre molte delle aree protette della regione, cioè oltre il 30% del territorio.Un patrimonio che in Valle d'Aosta, oltre al Parco nazionale Gran Paradiso, al Parco naturale Mont Avic, conta dieci riserve naturali regionali, ventotto aree tutelate dalla direttiva europea Habitat, di cui ventisette già classificate come Zone Speciali di Conservazione e da cinque Zone a Protezione Speciale in base alla direttiva Uccelli. (ANSA)