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Unioncamere E-R, crollo imprese attive

Nel 2013 cala di 5.827 unità numero aziende attive in regione

27 gennaio, 14:25
Unioncamere E-R, crollo imprese attive (ANSA) - BOLOGNA, 27 GEN - Un passo indietro senza precedenti: il 2013 si è chiuso con calo di imprese attive, in regione, pari a 5.827 unità. E' quanto emerge dai dati di Unioncamere Emilia-Romagna secondo cui, quello vissuto lo scorso anno, è stato un calo "mai così elevato".

Sulla scorta dei numeri messi in fila dal Registro delle imprese delle Camere di commercio sulla base dei dati di Movimprese il saldo negativo riguarda principalmente l'agricoltura (-3.547), le costruzioni (-2.110) e la manifattura (-1.122). Tra le tipologie societarie, arretrano le società di persone (-1.191) e crollano le ditte individuali (-6.211). Alla conclusione dell'anno, le imprese registrate sono risultate pari a 468.318 (4.531 in meno dalla fine del 2012), mentre quelle effettivamente attive sono risultate 418.386 per un saldo negativo, rispetto alle 424.213 dell'anno precedente, di 5.827 unità: "la più pesante caduta mai registrata". Il solo raffronto con la fine di settembre, segnala 2.151 imprese in meno, pari allo 0,5%.

Tra i settori hanno concorso maggiormente a determinare la riduzione nel 2013 si segnalano l'agricoltura, la silvicoltura e la pesca (-3.547 unità, -5,45), le costruzioni (-2.110 unità, -2,9%) e le attività manifatturiere (-1.122 unità, -2,45) mentre per quanto riguarda la forma giuridica sono aumentate quasi nella stessa misura le società di capitale (+793 unità, +1,0%) e le cooperative e i consorzi (+782 unità, +8,2%) e si sono ridotte le società di persone, di 1.191 unità (-1,4%) e le ditte individuali, di 6.211 unità (-2,5%).

Secondo Unioncamere Emilia-Romagna, detto che "la recessione colpisce le imprese delle costruzioni, della manifattura e accelera il declino di quelle agricole, il crollo delle ditte individuali testimonia delle gravi difficoltà delle imprese meno strutturate, in particolare a causa del blocco assoluto nell'accesso al credito. Resta bassa la crescita delle società di capitali perché anche le imprese più strutturate hanno difficoltà a sostenere la crisi e la mancanza di competitività del Paese. La struttura imprenditoriale tende a polarizzarsi - puntualizza Unioncamere: - da un lato le imprese medio grandi strutturate, dall'altra un base più ristretta di piccole imprese con poche possibilità di crescere. Sono prevedibili di conseguenza ulteriori ricadute sociali". (ANSA).

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