"Oggi qui, per
l'intercessione della Madre di Dio vogliamo pregare per la pace
nella cara Ucraina. Lei, che nella sua vita ha ricevuto diverse
conferme che nulla è impossibile a Dio, presenti al suo Divino
Figlio le nostre suppliche per il martoriato popolo ucraino".
Così il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin,
nell'omelia della messa presieduta nel santuario mariano di
Berdychiv, in Ucraina, come legato pontificio a conclusione del
pellegrinaggio nazionale.
Parolin, che ha concelebrato anche col primate della Chiesa
greco-cattolica ucraina, arcivescovo maggiore Sviatoslav
Shevchuk, si è detto "molto lieto di essere con voi in qualità
di legato del Santo Padre Francesco, il quale ha voluto inviarmi
qui per assicurarvi che porta nel cuore il vostro amato Paese e
condivide il vostro dolore, per manifestarvi la sua particolare
vicinanza e per trasmettervi il suo affettuoso abbraccio paterno
e la sua benedizione".
E ha sottolineato che il santuario "è diventato uno dei
centri spirituali della comunità cattolica dell'Ucraina, dal
quale salgono (...) in modo particolare, le suppliche per ciò
che agli occhi di molti può sembrare impossibile, per un
miracolo: il miracolo della tanto desiderata pace!".
"La Chiesa in Ucraina è chiamata a svolgere una missione
profetica: convocare a una preghiera incessante, affinché Dio
converta i cuori di coloro che, allontanatisi dalle sue vie e
divenuti schiavi del proprio orgoglio, seminano violenza e
morte, calpestando negli altri la dignità di figli di Dio", ha
affermato.
Parolin ha invitato "a non perdere mai la fiducia e la
speranza in Dio, soprattutto oggi, quando sembra che il male
abbia il sopravvento, quando gli orrori della guerra e il dolore
per le numerose vittime e le massicce distruzioni mettono in
crisi la fede nella bontà divina, quando le nostre braccia
cadono e non abbiamo nemmeno più forza per pregare".
E ha concluso: "oggi, l'Ucraina sta vivendo l'ora buia del
Calvario. È davvero straziante pensare che mentre noi siamo qui,
in un'altra parte del Paese divampano battaglie e non cessano
bombardamenti. Nonostante sia ancora difficile intravvedere
all'orizzonte la luce pasquale della pace (...) la morte non
avrà l'ultima parola. Il miracolo della risurrezione di Cristo è
la conferma più grande che ciò che è impossibile agli uomini è
possibile a Dio".
Il cardinale segretario di Stato, giunto in Ucraina venerdì
19 luglio, resterà fino a mercoledì 24: ha già visitato Leopoli
e Odessa, e nei prossimi giorni sarà a Kiev, dove incontrerà tra
gli altri il presidente Volodymyr Zelensky. E fonti ben
informate spiegano che la sua missione va nella prospettiva di
"trattative serie". L'Ambasciatore d'Italia in Ucraina Carlo
Formosa che ha partecipato alla messa al Santuario di Berdychiv,
ha detto di guardare con "speranza e fiducia alla visita" di
Parolin, "segno di vicinanza all'Ucraina aggredita e simbolo
degli sforzi della Santa Sede per una pace giusta e duratura".
Intanto oggi all'Angelus, il Papa ha ribadito il suo appello
in vista dei Giochi di Parigi, affinché "secondo l'antica
tradizione, le Olimpiadi siano occasione per stabilire una
tregua nelle guerre, dimostrando una sincera volontà di pace".
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