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Nannarone replica Monni sulla cittadella giudiziaria

Nannarone replica Monni sulla cittadella giudiziaria

'Non ha approfondito la tematica' sostiene

PERUGIA, 06 giugno 2024, 13:17

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

"Alla luce delle dichiarazioni a firma Massimo Monni sulla questione Cittadella Giudiziaria sono costretto (spero per l'ultima volta) a intervenire per puntualizzare alcuni aspetti ed offrire una informazione corretta e trasparente ai cittadini": così Michele Nannarone, candidato al Comune di Perugia con Fratelli d'Italia. "Le affermazioni di Monni (per la loro genericità e forte imprecisione) - sostiene in una nota - dimostrano come non abbia minimamente approfondito la problematica e tutti i temi connessi riducendosi a mere chiacchere da bar".
    "In primo luogo - afferma Nannarone - non è l'amministrazione comunale che ha progettato la realizzazione dell'opera ma il Demanio proprietario dell'intera struttura, ed è quindi quest'ultimo a svolgere un ruolo primario rispetto al compimento dell'opera (il bando per il primo stralcio è già previsto entro l'estate) e alle determinazioni del Comune di Perugia che deve unicamente, con i necessari e legittimi provvedimenti amministrativi sostenere la realizzazione del progetto. Rischio vivibilità e vitalità (il candidato Monni si esprime diversamente dalla sinistra che parla di desertificazione ma esprime lo stesso concetto) Il relativo pericolo è fugato proprio dalla realizzazione della cittadella giudiziaria ai piedi del centro storico, poiché diversamente la dislocazione sarebbe individuata in luoghi ben distanti dall'acropoli con reali ricadute negative per il tessuto economico-sociale del centro (come avvenuto nella città di Firenze ove il Palazzo di Giustizia si trova a Firenze Nord - quartiere Novoli). Nel caso in cui il polo venisse costruito (con chiaro e conseguente consumo di suolo per la nuova costruzione) in zone periferiche si verificherebbe una migrazione di studi professionali (e tutto quello che ne consegue) nei pressi della nuova struttura. Viceversa nel caso del Polo Giudiziario presso l'ex carcere tutti i numerosi studi e uffici ubicati nelle varie vie del centro (Corso Vannucci, Via Baglioni, Piazza Italia ecc.) non sarebbero costretti a trasferirsi (in questo caso sì contribuendo a svuotare il centro dai professionisti i loro dipendenti i collaboratori e dai clienti che frequentano giornalmente i loro uffici) perché la distanza dal Palazzo di Giustizia sarebbe sempre minima (considerando pure l'esistenza delle scale mobili quale rapido collegamento). Per fare un esempio comprensibile a tutti: chi svolge l'attività professionale all'interno di uno studio nelle vie citate (e in tante altre) rimarrebbe dove è, diversamente se fosse costruita una nuova struttura ad esempio a Balanzano la circostanza potrebbe spingerlo a trasferire i suoi uffici nei pressi della nuova struttura. E' un progetto strategico per gli addetti ai lavori risolvendo il problema della mancanza di una sede unica (ad oggi i locali adibiti ad attività giudiziaria sono sparsi per tutta la città con un costo di locazione che va oltre il milione all'anno essendo gran parte degli immobili di proprietà privata), concentrando (ad eccezione della Corte d'appello che rimarrà comunque nella sede di Piazza Matteotti) tutto in un luogo ove parcheggi e servizi già esistenti saranno ulteriormente migliorati e con la presenza della scala mobile che in pochissimi minuti permette di raggiungere piazza Italia e il centro storico - ove sono dislocati un grande numero di studi legali che quindi non avrebbero alcuna necessità di trasferirsi altrove); per la cittadinanza con riqualificazione di un intero quartiere; per i commercianti del centro storico che non perderebbero i potenziali clienti a causa del trasferimento dei loro studi professionali ; ed in aggiunta siamo di fronte ad un consumo zero di suolo diversamente da una eventuale nuova costruzione. Questa è la soluzione più efficace e efficiente per evitare le devastanti conseguenze collegate ad una dislocazione periferica degli uffici giudiziari (su cui sia la candidata della sinistra che oggi il candidato Monni non hanno le idee chiare, poche e confuse). Ricordo a tutti che il miglioramento del servizio Giustizia ed il suo efficientamento costituiscono indici principali di affidabilità interna ed internazionale dello Stato per attrarre investimenti nella Repubblica italiana e, perciò, nei territori compreso Perugia, va da sé che il polo giudiziario è un'occasione unica da sfruttare per tutte le ricadute positive sul territorio. Non posso che ribadire il concetto da me già espresso in precedenza: meditate perugini su chi dovrà essere il vostro futuro sindaco. Chi è dotato delle 4 "C" competenza capacità coraggio e coerenza (e cioè Margherita Scoccia) o chi privo di alcun tipo di esperienze e capacità specifica nella gestione della macchina amministrativa pubblica dimostra approssimazione e superficialità?? La risposta - conclude Nannarone - è evidente a tutti Margherita Scoccia".
   
   

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