"Arriva la guerra e a Perugia non
se ne parla. E' impressionate il fatto come, a parte noi, il
dibattito politico elettorale per le comunali rimanga
insensibile e impermeabile al rischio sempre più drammaticamente
reale e vicino di una guerra che, deflagrata in Europa, potrebbe
con alta probabilità trasformarsi in conflitto nucleare
mondiale. Al proposito le dichiarazioni del segretario generale
della Nato sono pericolosissime. La lista 'Pci, Perugia contro
guerra e neoliberismo' è l'unica che, dall'inizio della campagna
elettorale, chiede il blocco dell'invio delle armi all'Ucraina,
una trattativa immediata sotto egida internazionale, l'uscita
dell'Italia dalla Nato, il drastico ridimensionamento delle
spese militari e le sanzioni nei confronti di Israele perché
cessi l'eccidio del popolo palestinese (vorrei ricordare che il
nostro capolista è un medico palestinese). Ed è dall'inizio
della campagna elettorale che ci viene opposta l'obiezione che
'questi non sono temi da elezioni comunali'": lo afferma in una
sua nota il candidato a sindaco di Perugia Leonardo Caponi.
"Se non fosse tragica - prosegue - la questione sarebbe
comica. Come a dire che Perugia si trova sulla luna o che i
rincari tariffari che applicano le società di servizio perugine
su acqua, luce, gas, trasporti e altro non siano causati dalla
guerra in Ucraina e relative, masochiste, sanzioni alla Russia.
Dietro questo atteggiamento di tutti gli altri candidati a
sindaco e delle loro liste si celano, insieme, provincialismo e
agnosticismo guerrafondaio. Nel caso della destra che governa
l'Italia e Perugia c'è aperta complicità. Ma anche il cartello
elettorale progressista non è molto diverso o non lo è come
dovrebbe essere. Il Pd, anche il Pd della Schlein, ha votato
tutte le scelte riarmiste e guerrafondaie della Meloni (e poi
vengono a dire a noi che aiutiamo la destra!). Sinistra
Italiana, Rifondazione comunista e i Verdi fanno da supporto ad
una coalizione il cui azionista di riferimento è quel Pd che
dicevo poco sopra. La candidata a sindaca Ferdinandi non può
discostarsi dal dire, quando lo fa, qualche generica invocazione
di 'pace' perchè, come è per tutte le cose, se si sbilancia
scontenta l'una o l'altra parte del cartello elettorale che
guida".
"Volete un'alternativa alle politiche di guerra? Siamo noi",
conclude Caponi.
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