Prende il via "Mi affido se ti affidi", la campagna di sensibilizzazione promossa dalla Regione e dalla Scuola umbra di amministrazione pubblica, in collaborazione con i Comuni del territorio.
L'iniziativa punta a
far conoscere il valore dell'affido familiare e a coinvolgere
sempre più persone in un gesto di accoglienza e solidarietà.
"Aprire la propria casa a un bambino o una bambina in
difficoltà significa offrirgli sicurezza, affetto e stabilità
mentre la sua famiglia d'origine affronta un momento complesso"
spiega l'assessore Fabio Barcaioli in una nota diffusa
dall'ufficio stampa di Palazzo Donini.
"È un atto di grande
umanità - aggiunge - che può cambiare la vita di un minore, ma
anche quella di chi sceglie di compiere questo passo".
L'affido familiare - viene spiegato - non è un'adozione, ma
un sostegno temporaneo. Può durare pochi mesi o diversi anni,
può essere diurno o residenziale, e può coinvolgere coppie,
persone single, con o senza figli. Non servono requisiti
particolari, "se non il desiderio di offrire tempo, attenzione e
calore a una bambina o un bambino che ne ha bisogno".
"L'obiettivo di questa campagna - dice ancora Barcaioli - è
far capire che l'affido è un'opportunità per tutti. Ci sono
tante forme di affido, tanti modi per aiutare".
In vista di questo lavoro, già dai primi di marzo, presso
Scuola umbra di amministrazione pubblica è partito un percorso
formativo rivolto agli operatori pubblici dei servizi sociali e
sanitari del territorio. Il laboratorio ha l'obiettivo di
fornire competenze per favorire una relazione empatica con i
minori e supportare il loro percorso di integrazione nelle
famiglie affidatarie.
Tutte le informazioni su: regione.umbria.it.
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