"L'amministrazione comunale ha già
da tempo portato a conclusione tutte le procedure necessarie al
rientro del corredo funebre (vasellame ceramico ed oggetti in
metallo) relativo alla scoperta del 2015 di San Donnino e allo
stato attuale è in attesa del via libera da parte del
proprietario dei beni: lo Stato, affidati alla competenza del
ministero della Cultura. Mentre tutti i materiali lapidei, le
urne e i materiali di scavo, sono già ad oggi depositati, e
ripetutamente aperti al pubblico, presso il Museo Civico
Diocesano di Santa Maria dei Servi". E' quanto rende noto il
Comune di Città della Pieve.
"L'attuale amministrazione - prosegue il Comune - ha fatto sì
che si avviasse la progettazione e si concretizzasse la
realizzazione di un percorso museale, che sino a quel momento
non esisteva, con competenze scientifiche archeologiche,
ripensando completamente gli spazi e le finalità espositive di
una sala d'arte, quella al piano interrato di Santa Maria dei
Servi, che conteneva tele di grandi dimensioni provenienti da
varie chiese pievesi. Realizzare un Museo richiede la ricerca di
ingenti risorse economiche; la messa in campo di competenze
scientifiche e il dotare lo spazio di requisiti idonei, sia in
termini espositivi che in termini di sicurezza. In questi anni
l'Amministrazione ha lavorato incessantemente per trovare
risorse dai vari canali di finanziamento e avviare in maniera
tempestiva tutte le pratiche richieste dalla Soprintendenza
competente".
"Ad oggi - aggiunge l'amministrazione comunale in una nota-
sono stati investiti circa 300mila euro sui reperti etruschi
ritrovati nel 2015, tra le risorse che l'amministrazione ha
intercettato e stanziato: oltre 36mila euro per il restauro dei
materiali lapidei; 202mila euro per la messa a norma della
struttura, con la necessaria climatizzazione controllata, il
rifacimento della pavimentazione e la realizzazione della
bussola all'entrata; quasi 15mila euro per il sistema di allarme
e la videosorveglianza; 1.150 euro per realizzare una bacheca su
misura per i corredi funebri oltre a quelle già donate da
associazioni non profit; 5mila euro per assicurare i reperti
presenti a Santa Maria dei Servi; 2mila euro per assegnare
l'incarico al direttore del museo; più di 3mila euro per lo
spostamento delle tele di grandi dimensioni che erano presenti
al piano interrato di Santa Maria dei Servi; 20mila euro per
l'allestimento, tra l'altro realizzato con lungimiranza in
occasione della Mostra del Perugino nel 2023 e progettato
puntualmente con l'obiettivo di esporvi tutti i reperti
etruschi".
L'amministrazione ha avviato "una stretta e fattiva
collaborazione con la locale Soprintendenza e ha risposto
prontamente alle sue richieste, adempiendo a tutto.
Soprintendenza che, ricordiamo, detiene, risponde e autorizza
qualsivoglia attività relativa a quelli che legalmente sono
classificati come beni indisponibili dello Stato. Con loro,
questa amministrazione, ha organizzato diverse occasioni
pubbliche tra cui visite al cantiere di restauro e aperture
straordinarie dei materiali, tra cui il progetto di
collaborazione con la Città di Chiusi, che auspichiamo anche con
San Casciano dei Bagni e Chianciano Terme. Ulteriori iniziative
di approfondimento scientifico e aperture laddove le condizioni
sanitarie lo hanno permesso (periodo Covid). Anche durante i
mesi di apertura della mostra Perugino del 2023 i materiali
lapidei, le urne e i materiali di scavo sono stati sempre resi
visitabili".
Per quanto riguarda il recente e prezioso sequestro del
contesto funerario delle principesse, provenienti da uno scavo
clandestino a San Donnino e riconducibile sempre alla gens
Pulfna, il Comune ricorda che "il sindaco, Fausto Risini,
martedì scorso ha incontrato il ministro della Cultura,
Alessandro Giuli, e condiviso, come ha già avuto modo di
scrivere ufficialmente allo stesso, al capo del dipartimento per
la Tutela del patrimonio culturale del ministero della Cultura,
Luigi La Rocca e al soprintendente archeologia, belle arti e
paesaggio dell'Umbria, Giuseppe Lacava, anche di persona, 'la
soddisfazione per questa importante vittoria dello Stato, che
consentirà di riportare a casa, a Città della Pieve, questi
beni, sanando le ferite del territorio da cui sono stati
trafugati'".
"Il primo cittadino - conclude la nota del Comune - ha
rinnovato la piena disponibilità dell'ente a collaborare
all'indagine archeologica preliminare presso l'area di interesse
e chiesto che i reperti di questo ultimo ritrovamento vengano
assegnati al più presto, una volta dissequestrati, al nostro
Comune e ricongiunti al loro contesto funerario di provenienza,
quello della gens Pulfna, ritrovato nel 2015 e già presente a
Città della Pieve all'interno del Museo civico diocesano di
Santa Maria dei Servi. Una struttura di assoluta bellezza e
pregio, adatta ad ospitare tutti i reperti e adeguata
dall'Amministrazione alle più recenti normative in materia di
sicurezza, conservazione e valorizzazione. Giuli ha accolto
positivamente la richiesta del sindaco e confermato che
l'interesse del ministero è quello di esporre tutti i reperti
nella città di origine, Città della Pieve. Si conferma anche la
volontà di procedere all'indagine archeologica preliminare".
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