Inizierà dal Teatro Lyrick di
Assisi e dalla sua Umbria il nuovo tour di Michele Bravi. Il
cantautore di Città di Castello andrà in scena domenica 15
settembre alle 21.00, con una tappa del giro di live che prende
il nome dall'omonimo quarto album recentemente uscito, "Tu cosa
vedi quando chiudi gli occhi".
Una scelta mirata e fortemente voluta da Bravi quella di
iniziare proprio da Assisi - come spiega emozionato all'ANSA -
perché è uno dei suoi luoghi del cuore e che racchiude in sé,
per il cantautore umbro, una simbologia personale, soprattutto
in un teatro come quello della città serafica, affine ai suoi
gusti.
Accompagnato da una band di musicisti in nuova formazione,
presente alle anteprime di Roma e Milano lo scorso maggio, e un
quartetto d'archi, Bravi salirà sul palco per dare vita alla
prima data di un tour importante perché, afferma, "parte da un
disco che ha un'autonomia di scrittura, di produzione che è
completamente autogestita". "Quindi, in quest'autonomia -
prosegue Bravi - mi piaceva l'idea di far ripartire questo
viaggio proprio da quella che è in effetti casa mia".
Dalla "Geografia del buio" che era una sorta di mappatura
sulla convivenza con la solitudine si arriva a questo nuovo
progetto che porta dritti al concetto di scrittura e, come
proverà a spiegare al pubblico durante lo spettacolo lo stesso
artista, di traduzione poetica. E se - provando a rispondere
alla domanda "tu cosa vedi quando chiudi gli occhi?" - a un
certo punto, la sera, ognuno di noi tira le somme di ciò che è
accaduto durante la giornata, vuoi sognando, vuoi riflettendo o,
perché no, attraverso un dialogo introspettivo, è usuale per il
cantautore umbro farlo attraverso la scrittura: "Perché per me è
un esercizio costante e questo, bene o male, mi porta ad avere
sempre un approccio poetico alle cose".
Un approccio che per Bravi non vuol dire per forza essere
romantici o similari, ma è un metodo "per tradurre con il
linguaggio della poesia".
"Per me il disco parla di questo - sottolinea il cantautore -
del mio modo di tradurre le cose attraverso la scrittura e
tramite, appunto, il linguaggio poetico". Una traduzione accorta
e sempre attenta che tiene conto di ogni persona che Bravi
incrocia nella sua vita e che ne contamina l'essenza. Concetto
intimo che si sposa bene con l'atmosfera di un palcoscenico
teatrale, più racchiuso, confidenziale, dove, se il dialogo
funziona, la narrazione è in grado di aprire il velo della
quarta parete e portare a un momento di condivisione tra platea
e attore in scena di grande spessore. E, al teatro Lyrick,
Michele Bravi, sempre così sensibile nei confronti del suo
pubblico e delle sue emozioni, potrebbe essere, quindi, un
ottimo narratore. Lui che è un appassionato di storie, che ama
raccontarle, ma anche ascoltarle, e che ne porta diverse in
quella miscela di musica e prosa che, seppur connubio di "due
vocabolari diversi", può trasformarsi in "una grande
tridimensionalità narrativa".
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