Beverly Pepper e Piero Dorazio.
Alighiero Boetti e Bruno Ceccobelli.
Nomi di grandi
artisti, diversi e spesso lontani per ragioni generazionali e di
approccio creativo: Todi ha fatto tesoro della presenza di
questi personaggi, fino a diventare un centro propulsivo
nell'arte contemporanea, con aperture anche internazionali.
È ciò che propone la mostra "Artodi - I grandi artisti che hanno
scelto Todi", curata da Massimo Mattioli negli spazi del
cinquecentesco Palazzo del Vignola. In mostra ci saranno opere
dei "maestri", assieme a quelle di altri artisti cresciuti in
questo florido ambiente, spesso allievi o collaboratori degli
stessi, in vere e proprie "botteghe" di ispirazione
rinascimentale.
Una storia che ha inizio ai primi anni Settanta, con l'arrivo
nella cittadina umbra della scultrice americana Beverly Pepper e
poi del suo amico Piero Dorazio, protagonista dell'Astrattismo
del secondo dopoguerra, membro dell'influente Gruppo Forma 1. A
loro saranno dedicate sale personali, mentre una sala accoglierà
opere di Bruno Ceccobelli, cresciuto a Roma con il gruppo della
Scuola di San Lorenzo e poi rientrato in Umbria negli anni
Novanta, e di altri artisti, da Giuseppe Gallo a Gianni Dessì,
Nunzio, Piero Pizzi Cannella, Marco Tirelli.
Speciali focus illustreranno l'attività dell'Associazione Piazza
Maggiore, che è riuscita a portare a Todi mostre di artisti del
calibro di Carlo Carrà, Max Bill, Hans Harp, Gerardo Dottori,
Renato Guttuso. E del Todi Festival, rassegna teatrale che fin
dalle prime edizioni ha affidato la propria immagine a grandi
artisti, da Alighiero Boetti a Michelangelo Pistoletto, da
Jannis Kounellis ad Arnaldo Pomodoro. Ci saranno poi due spazi
dedicati alla ceramica.
Promossa dall'associazione Todi per l'Arte, con il contribuito
della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e la partnership
con Anteo, la mostra, sarà aperta dal 16 aprile fino all'11
settembre.
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