Il giudice dell'udienza preliminare
di Trento, Gianmarco Giua, ha disposto il rinvio a giudizio per
omicidio colposo plurimo per i due meccanici della
concessionaria dove era stata acquistata la moto su cui sono
morti Sandro ed Elisa Prada, padre e figlia rispettivamente di
51 e 13 anni. Il mezzo, dopo le indagini dei carabinieri sul
tragico incidente avvenuto il 20 agosto del 2021 sulla strada
provinciale 83, tra Baselga di Pinè e Pergine, si era rivelato
assemblato male. I due meccanici sono assistiti uno dagli
avvocati Stefano Daldoss e Matteo Pellegatti, l'altro
dall'avvocato Gianluca Pinamonti.
Il gup ha inoltre disposto l'assoluzione del titolare della
concessionaria perché il fatto non sussiste. L'uomo,
rappresentato dall'avvocato Chiara Graffer, aveva chiesto il
rito abbreviato, mentre la Procura, rappresentata dal pm Davide
Ognibene, aveva chiesto la condanna a sei mesi.
L'indagine, coordinata dalla Procura di Trento, era partita
dopo il ritrovamento dei corpi di padre e figlia a causa di
un'uscita di strada. Inizialmente ritenuto un incidente causato
dalla velocità eccessiva o da un malore del 51enne, i
carabinieri avevano iniziato gli approfondimenti sulla moto, una
Motron X Nord 125, in ragione della mancanza dei segni di
frenata sulla carreggiata stradale. Una successiva perizia sulla
moto aveva permesso di accertare come uno dei bulloni inseriti
nella pinza anteriore dei freni fosse fuoriuscito
dall'alloggiamento, determinando un malfunzionamento.
L'incidente aveva sconvolto la comunità della Valsugana, in
quanto a trovare i due corpi, finiti in un burrone a margine
della strada, furono la madre e la sorella della 13enne,
preoccupate per il mancato rientro dei familiari. Dopo aver dato
l'allarme, infatti, utilizzarono un'applicazione per il
tracciamento gps installato sullo smartphone della giovane che
le condusse fino al luogo della tragedia.
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